Extraterrestre alla pari

Un’astronave luccicante atterra su un campo da calcio alla periferia di una piccola cittadina; da una finestra una ragazzina incuriosita osserva lo spettacolo del suo passeggero che, smarrito, si guarda intorno alla ricerca di un punto di riferimento, di qualcosa di familiare. La serie di eventi ha dello straordinario, ma nessuno dei personaggi sembra troppo sorpreso; infatti, in un futuro non meglio precisato, un sistema di trasporto interplanetario connette due mondi lontani: la Terra e Deneb.

I due pianeti, in apparenza molto simili, presentano però una differenza fondamentale: la popolazione denebiana non sviluppa, se non in età ormai avanzata, quei tratti fisici e psicologici che portano a incasellare un individuo in uno dei due generi. Maschile o femminile? Per chi vive su Deneb questa domanda non ha alcun significato: ciò che importa è dare a ciascuno la possibilità di raggiungere il pieno sviluppo personale seguendo i propri desideri e le proprie inclinazioni.

Questo è il contesto in cui si inserisce la storia di Mo, un piccolo denebiano mandato in scambio sulla Terra per conoscere e sperimentare la realtà locale. Fin dal suo arrivo, il giovane extraterrestre non binario si trova a essere oggetto delle peggiori pressioni: vogliono che diventi maschio o femmina, con tutti i ruoli e gli attributi che al genere si accompagnano. Vittima inconsapevole di un vero e proprio processo di condizionamento, Mo inizierà presto a comprendere quanto sia ingiusta una società che impone l’identità dall’alto.

“Per aiutarli a crescere ci occorre conoscere il carattere dei nostri bambini, le loro tendenze, i loro desideri, i loro punti deboli… non se sono maschi o femmine…” In questa affermazione si condensa il senso complessivo di Extraterrestre alla Pari, capolavoro della letteratura per ragazzi scritto da Bianca Pitzorno nel lontano 1979, un testo capace di esplorare con leggerezza il tema dell’identità, avvicinando anche i più giovani a questo argomento con uno stile elegante e delicato.