In questo articolo su Dire, fare, insegnare si è parlato del viaggio dell’eroe, modello narrativo che, a ben vedere, ha molti punti di contatto con il mondo dell’insegnamento.
Potresti chiederti che cosa puoi avere in comune con personaggi come Frodo Baggins e Luke Skywalker. La risposta è: più di quanto tu possa immaginare. Tutti e tre, infatti, siete eroi. E tutti e tre avete intrapreso (o state per intraprendere) un viaggio che cambierà per sempre il vostro mondo.
Il richiamo dell’avventura suona anche nella tua sala professori
Joseph Campbell, studioso americano di mitologia comparata, ci ha insegnato che ogni storia di trasformazione segue un percorso universale: il “viaggio dell’eroe“, una struttura narrativa che ritroviamo dalle antiche leggende greche fino ai blockbuster contemporanei. Ma forse non sai che questo stesso schema si ripete ogni giorno nella tua aula.
Pensiamoci un momento. Probabilmente hai iniziato il tuo percorso nel “mondo ordinario” della didattica tradizionale: lezione frontale, interrogazioni, verifiche, voti. Una routine rassicurante, certo, ma spesso inadeguata di fronte alle sfide del presente. Poi è arrivato (o arriverà) il momento della “chiamata all’avventura”: risultati INVALSI deludenti, sguardi spenti in classe, o quella domanda spiazzante di un ragazzo che ti ha fatto capire quanto il mondo sia cambiato fuori dalle mura scolastiche: «Prof, ma a cosa serve studiare queste cose se posso trovare tutto su Google?».
Ecco la chiamata, forte e chiara. L’hai già sentita?
Il rifiuto della chiamata: «Io ho sempre fatto così»
Come ogni eroe che si rispetti, anche tu potresti attraversare (o aver attraversato) la fase del rifiuto. «Io insegno così da vent’anni!», «I miei studenti hanno sempre superato gli esami», «Questi nuovi metodi sono solo mode passeggere». La tua comfort zone didattica è calda e accogliente, perché mai dovresti abbandonarla?
Eppure, qualcosa dentro di te sa che non puoi più ignorare quel richiamo. I tuoi studenti di oggi non sono gli stessi di dieci anni fa: il mondo là fuori si è trasformato a velocità vertiginosa, e non è possibile continuare a usare le stesse strategie di sempre, come se nulla fosse cambiato.
Chiudendo la porta dell’aula, ti sei mai chiesto se quello che avevi fatto avesse avuto davvero senso?
L’incontro con il mentore: quando la luce si accende
Nel viaggio dell’eroe classico, il protagonista incontra una figura saggia che gli fornisce gli strumenti per affrontare l’avventura. Per te, insegnante moderno, questo mentore può assumere diverse forme: un collega innovatore, un corso di formazione rivelatore, un articolo che apre nuovi orizzonti, o magari un convegno dove respiri aria di cambiamento.
Spesso il momento dell’illuminazione arriva quando meno te lo aspetti. Può essere durante un workshop sulle metodologie attive, mentre scopri che esistono modi completamente diversi di coinvolgere i tuoi studenti. Oppure quando ti accorgi improvvisamente che l’intelligenza artificiale non è un nemico da temere, ma un alleato da comprendere e utilizzare.
Ti è mai capitato di uscire da una formazione con la testa che scoppiava di idee nuove?
Il superamento della soglia: il tuo primo passo nel nuovo mondo
Decidere di cambiare il tuo approccio didattico richiede coraggio. È come attraversare una soglia magica oltre la quale il mondo appare diverso. Il tuo primo esperimento con una metodologia innovativa, la tua prima lezione strutturata in modo completamente nuovo, il tuo primo utilizzo consapevole di strumenti digitali: questi sono i momenti in cui tu, insegnante-eroe, inizi davvero la tua trasformazione.
Non è semplice, lo so. I primi tentativi sono spesso goffi, a volte fallimentari. I tuoi studenti rimangono spiazzati, alcuni colleghi alzano il sopracciglio, il dirigente si chiede cosa stia succedendo nella tua aula dove prima regnava il silenzio e ora si sente un brusio operoso.
Ma sai cosa? È normale. Anzi, è necessario!
Prove, alleati e nemici: la tua battaglia quotidiana per l’innovazione
Nel cuore dell’avventura, ogni eroe deve affrontare ostacoli e sfide. Per te, questi si presentano sotto forma di resistenze burocratiche, scetticismo dei colleghi, difficoltà tecniche, e soprattutto la fatica di uscire costantemente dalla tua zona di comfort.
Ma non sei solo/a. Nel viaggio troverai certamente anche alleati preziosi: quei colleghi curiosi e coraggiosi che condividono la tua stessa visione, le classi che iniziano a mostrare entusiasmo genuino per l’apprendimento, i genitori che notano un cambiamento positivo nei figli. E poi ci sono gli strumenti: metodologie didattiche innovative, tecnologie educative, risorse digitali che fino a poco tempo prima ti sembravano fantascienza.
La caverna più profonda: quando tutto ti sembrava perduto
Ogni eroe attraversa almeno un momento di crisi profonda, quello che Campbell chiama “la caverna più profonda”. Per te, insegnante innovatore, questo momento arriva quando i risultati tardano a manifestarsi, quando le resistenze sembrano insormontabili, quando la stanchezza del cambiamento continuo si fa sentire.
«Ne vale davvero la pena?», ti chiedi nelle notti insonni passate a progettare nuove attività, a studiare metodologie, a confrontarti con tecnologie in continua evoluzione. È il tuo momento del dubbio, quello in cui la tentazione di tornare ai vecchi metodi si fa più forte.
Te lo dico con sincerità: ci sono passato anch’io e ci passiamo tutti… magari qualcuno si ferma davvero e torna indietro.
La ricompensa: quando il tuo cambiamento porta i suoi frutti
Ma poi arriva il momento magico. Lo studente e la studentessa che ti sembravano persi ritrovano la motivazione. Quella classe difficile inizia a collaborare spontaneamente. Quei risultati di apprendimento che tanto tardavano ad arrivare finalmente si manifestano, ma soprattutto vedi una qualità diversa nel coinvolgimento e nella motivazione delle tue classi.
La tua vera ricompensa non è nei voti o nelle valutazioni standardizzate, ma nello sguardo acceso di chi sta riscoprendo il piacere di imparare, nella soddisfazione professionale ritrovata, nella consapevolezza di aver contribuito a formare non solo studenti più preparati, ma cittadini più consapevoli e critici. E quando arriva quel momento… beh, capisci che tutto il viaggio aveva il suo perché.
Il ritorno nel mondo ordinario: tu eroe che condividi il tesoro
L’ultima fase del viaggio dell’eroe è il ritorno nel mondo ordinario, ma con una differenza sostanziale: il protagonista porta con sé un tesoro prezioso da condividere. Tu, insegnante-eroe che hai completato la tua trasformazione, non puoi tenere solo per te ciò che hai scoperto.
Inizia così una tua nuova missione: in-formare i colleghi, condividere le tue esperienze, creare reti di innovatori. Non più un viaggio solitario, ma la costruzione di una comunità di pratica che possa trasformare l’intero sistema educativo.
E qui scopri una cosa bellissima: insegnare agli altri quello che hai imparato ti fa crescere ancora di più!
Perché tu sei un eroe potenziale
Forse ti stai chiedendo: «Ma io sono solo un insegnante di Matematica (o di Italiano, o di Scienze…) in una scuola di periferia. Come posso essere un eroe?».
La risposta è semplice: ogni volta che decidi di non arrenderti di fronte alle difficoltà, ogni volta che cerchi un modo nuovo per raggiungere uno studente o una studentessa in difficoltà, ogni volta che metti in discussione le tue certezze per migliorare la tua didattica, stai compiendo un atto eroico, in grado di lasciare un segno.
Perché in fondo
l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo (Nelson Mandela).
Roberto Castaldo
Giuliana Disanto
Marco Brusa
Kosmè De Maria