Mel Elliot non è nuova a storie che puntano tutto sulla decostruzione degli stereotipi: questa volta l’autrice di La bambina con due papà mette Pearl di fronte agli stereotipi di genere.
Tutto ha inizio quando Pearl arriva in una nuova città: la mamma ha avuto una promozione e adesso è una grande capa! Ma anche se Pearl è contenta del nuovo incarico e del successo della mamma, non è molto convinta della sua nuova scuola: l’istituto è troppo grande, freddo, e tutti quanti sono così seri! Tutti tranne Sebastian, che commenta ogni azione di Pearl con un “Ah-ah! Lo fai proprio come una femmina!”.
Ma cosa significa? Pearl scrive alla lavagna, corre, gioca con gli altri bambini… eppure tutto, agli occhi di Sebastian, è “fatto come lo fa una femmina”.
Pearl intuisce che non sia un complimento ma non riesce a capire il perché: si arrabbia e si impunta per dimostrare che, femmina o meno, lei sa fare tutto al meglio!
L’arroganza di Sebastian si fa però da parte quanto il bambino si trova in un momento di fragilità: all’uscita dalla scuola Pearl vede il compagno piangere e, proprio “come una femmina”, lo abbraccia forte forte finché il piccolo non sorride di nuovo.
Ecco che quella dolcezza e quella gentilezza che per Sebastian rendevano Pearl e tutte le altre “femmine” deboli, diventano una manifestazione di umanità e forza d’animo di cui anche Sebastian vuole diventare esperto.
Le risate dei due bambini sanciscono la sconfitta del pregiudizio e la vittoria del rispetto, dell’amicizia e dell’aiuto reciproco.
La storia ideata da Mel Elliot è tanto semplice quanto efficace: per Sebastian, così come per tanti bambini maschi, fare le cose “come una femmina” è qualcosa di negativo, segno di debolezza e mancanza di forza. Ma sanno dire perché? Tutte le cose “da femmina” sono negative e vanno bene solo per le bambine? Come si sentono i “maschi” quando pensano e dicono che una cosa sia “da femmina”?
La lettura in classe di Proprio come una femmina, grazie anche alle illustrazioni chiare e colorate, diventa un modo per porre domande, ascoltare le risposte e riflettere insieme a bambine e bambini su che cosa siano gli stereotipi legati al genere, quanto di quegli stereotipi corrisponde alla realtà e quanto invece è solo una cattiva abitudine di pensiero che possiamo però cambiare, tutte e tutti insieme. Così possiamo imparare che non esistono cose “da femmine” o cose “da maschi”, ma solo il rispetto di se stessi e di chi ci sta attorno.
Redazione
Roberto Castaldo