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Area Secondaria II grado

Ritrovare il futuro: emozioni, parole e orientamento della GenZ

Emilia Andriella di Six Seconds Italia parla del valore delle emozioni e della consapevolezza nelle scelte di orientamento della GenZ.

Tempo di lettura: 5 minuti

Emilia AndriellaEmilia Andriella
Ragazze che si abbracciano

Le difficoltà emotive della GenZ

Ma le vedevi le strade? Anche solo le strade! Ce n’era a migliaia! come fate voi laggiù a sceglierne una? A scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo… Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla?

A viverla…

A. Baricco, Novecento, Feltrinelli, Milano, 1994.

Mentre Baricco racconta di Novecento, che sceglie di restare sulla nave e rinunciare per sempre alla terra ferma perché perso in quella molteplicità di opportunità senza scorgere la fine, noi, da insegnanti, non possiamo che volgere lo sguardo agli Zoomer, altrettanto persi nelle difficoltà, tra l’orientarsi senza punti fermi e il desiderio umano di sentirsi “a casa” in un orizzonte indefinito.
Per comprendere a fondo tali difficoltà, bisogna ricordare chi è la GenZ e quali siano le circostanze in cui è cresciuta. Parliamo di ragazzi e ragazze nati tra la fine degli anni Novanta e il 2012, una generazione plasmata da due calamità globali – la pandemia e la crisi climatica – ed esposta fin dalla pre-adolescenza all’uso massiccio di smartphone e social media, proprio negli anni in cui il cervello è ancora in pieno sviluppo.
Questi fattori hanno lasciato un segno. La dott.ssa Britt Wray, studiosa di Stanford, per esempio, in un suo testo definisce la risposta dei giovani alle minacce esistenziali e alle sfide che stanno vivendo come: «Gen Dread». Wray è anche membro del panel Climate of Emotions di Six Seconds: il COE è un programma internazionale che esplora il rapporto tra emozioni, intelligenza emotiva e crisi climatica e si concentra su come le persone (soprattutto GenZ e attivisti) percepiscono e gestiscono le emozioni legate al cambiamento climatico: ansia, paura, senso di colpa, speranza ecc.
Tali minacce hanno certamente avuto un impatto sulla GenZ. Una recente ricerca di Six Seconds mostra infatti come questa sia la generazione più in difficoltà, soprattutto nel gestire emozioni complesse: tra il 2019 e il 2025 l’indice globale di intelligenza emotiva è diminuito del circa 6% e tra i più giovani si registra il più alto rischio di ansia, isolamento e burnout. Anche la Deloitte Global Survey riporta che oltre il 70% della GenZ si sente sotto stress nella propria quotidianità.
Alla luce di questi dati, è facile capire quanto la scelta universitaria o lavorativa sia oggi un terreno scivoloso: troppa incertezza, troppa pressione, troppa solitudine. Anzi, l’abbondanza di informazioni non porta chiarezza ma spesso genera confusione.
Una delle cause più profonde di questo disorientamento risiede nel linguaggio. Sembra che le persone giovani oggi conoscano 8000 parole a fronte delle 16 000 che conosceva la generazione precedente. La questione è stata sollevata anche da linguisti, dall’Accademia della Crusca e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, che rilevano una «progressiva riduzione del lessico giovanile». Inoltre, un altro tema linguistico risiede nella progressiva eliminazione dal parlato della coniugazione al passato e al futuro, usando solo il presente. Questa comunicazione “senza storicità” impoverisce la memoria e rende difficile la dimensione prospettica, eliminando l’attitudine al ricordo delle proprie radici e alla capacità di proiettarsi nel futuro.
Talvolta il pensiero si struttura attraverso le parole, dunque la scarsità di parole potrebbe contribuire alla scarsità di idee e, di conseguenza, di sogni e visioni. L’incapacità di esprimere desideri, sogni e di progettare il futuro delinea un rischio di alienazione e omologazione.

Dalla consapevolezza alla sperimentazione: il laboratorio Self-Awareness

Per affrontare questa sfida, Six Seconds ha avviato un programma dedicato all’area Self-Awareness rivolto a studenti e studentesse della scuola secondaria di II grado. Un percorso in cui ragazzi e ragazze sono stati invitati a esplorare le proprie emozioni e arricchire il vocabolario emotivo, collegando queste scoperte alle scelte concrete sul futuro.

Il laboratorio è partito da domande apparentemente semplici:

  • «Che cosa stai provando?»
  • «Cos’altro ancora stai provando?»
  • «Cos’altro ancora?»

Una domanda in più, ogni volta, per andare un po’ più a fondo. In seguito, alcuni esercizi guidati hanno portati piccoli gruppi a riflettere su un’emozione scelta creando una “mini storia” personale. Quali pensieri emergono? Quali reazioni fisiche? Quali immagini mentali?

A questo punto, siamo passati a un’ipotetica scelta concreta sul futuro (facoltà universitaria, lavoro, progetto personale ecc.). Con il supporto di educatori ed educatrici ragazzi e ragazze hanno compilato una “mappa emotiva” seguendo una linea narrativa: quali emozioni provo ora, quali temo, quali desidero in relazione alla scelta ipotetica.

Questo ha permesso di creare insieme un vocabolario del futuro, rispettando e legittimando un ampio spettro di emozioni; di immaginare una biografia personale e di creare un patto emotivo di gruppo, basato sull’ascolto reciproco e sull’accoglienza di diverse prospettive.

È stato notato che un piccolo esercizio di introspezione ha generato un cambiamento immediato; dopo gli incontri, un follow-up con i ragazzi e le ragazze ha rivelato tre effetti tangibili: il miglioramento della capacità di riconoscere e descrivere le proprie emozioni, una maggiore fiducia nel prendere decisioni autonome e coerenti con i propri valori e un’elevata percezione di appartenenza al gruppo grazie al confronto tra pari.

Attraverso l’ampliamento del lessico emotivo i ragazzi e le ragazze hanno cominciato a costruire narrazioni più ricche e personali. E così, insieme alle parole, sono tornate anche le radici e, soprattutto, le visioni.

Dalle emozioni alle scelte

Il pensiero, così come il linguaggio, cresce solo se si allena.

E quando impariamo a nominare le emozioni, scopriamo che le parole non sono solo descrizioni, ma veri e propri ponti: collegano l’interno con l’esterno, il sentire con l’agire, il presente con ciò che vogliamo diventare.

Non a tutti i problemi della vita servono soluzioni complesse. A volte, basta una parola in più per cambiare direzione. Anche perché, “molto semplicemente”, le emozioni guidano le persone.

26 Novembre 2025

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