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Area Secondaria I grado

Due esercizi di improvvisazione per allenare l’Inglese in classe

Allenare la capacità di ascolto, ci spiega Mike Manchester, è il primo obiettivo quando si usa l’improvvisazione come strumento per l’apprendimento linguistico.

Tempo di lettura: 5 minuti

Mike ManchesterMike Manchester
75081

Imparare a improvvisare è un paradosso. In realtà, lo sappiamo già fare. Tutti noi improvvisiamo ogni giorno. Lo facevamo da bambini e continuiamo a farlo da adulti, spesso senza rendercene conto. Pensate a quante volte al giorno affrontiamo situazioni spontanee: arriva un messaggio da un amico e dobbiamo decidere come rispondere; inizia a piovere e non abbiamo l’ombrello; qualcuno ci ferma per strada per chiedere indicazioni. Improvvisiamo continuamente. Eppure, quando proviamo a fare una scena improvvisata, inventando sul momento una storia e dei personaggi, scopriamo che non è facile. L’idea di provare a farlo in una lingua straniera, poi, sembra una follia.

Se analizziamo l’improvvisazione, scopriamo che esistono alcuni “trucchi”, o meglio principi, che aiutano a far capire come reagire meglio a input spontanei. Questi principi possono poi essere applicati all’apprendimento in tanti modi, compreso quello delle lingue. In questo articolo presenterò due esercizi che si focalizzano su un elemento base dell’improvvisazione: l’ascolto. Ho utilizzato questi esercizi all’inizio di un percorso di 6 settimane di improvvisazione linguistica realizzato con dieci classiseconde e terze della Scuola secondaria di I grado Leonardo Da Vinci di Bologna, durante le lezioni di inglese.

Ascolto e sponteneità

Se riusciamo a cavarcela nella spontaneità della vita quotidiana, perché, è così difficile inventare una storia sul momento? La risposta è che, nella vita di tutti i giorni, sappiamo già chi siamo e chi sono gli altri. I nostri ruoli sono definiti. Ognuno di noi interpreta ruoli diversi: figlio, genitore, amico, collega. E sappiamo benissimo come muoverci in ciascuno di questi contesti, perché il teatro della vita quotidiana è una palestra costante in cui impariamo a interpretarli. 

Quando invece pratichiamo l’arte dell’improvvisazione teatrale, dobbiamo inventare i nostri ruoli da zero e subito, senza pensarci troppo. I bambini sono bravissimi a farlo: immaginano personaggi fantastici e mondi inventati con una naturalezza che noi adulti spesso perdiamo. In un certo senso, improvvisare significa riscoprire le abilità che usavamo da piccoli.

È proprio lì, nella capacità di giocare e immaginare, si nascondono strumenti potentissimi per affrontare il mondo reale. L’improvvisazione viene utilizzata in molti contesti professionali per sviluppare competenze come la comunicazione e la leadership. Io sono convinto che questi principi possano essere altrettanto efficaci nell’apprendimento linguistico. Naturalmente, conoscere la grammatica e il lessico è indispensabile. La scuola, in realtà, riesce abbastanza bene a fornire questi elementi, ma per riuscire a parlare una lingua straniera dobbiamo anche imparare a interpretare dei ruoli in quella lingua, spesso di sorpresa e rispondendo a input spontanei.

La mia sfida con Impro Conversation, come ho raccontato qui, è proprio questa: creare percorsi che, attraverso gli elementi dell’improvvisazione, aiutino adulti e studenti a immaginare una versione di sé in grado di muoversi e comunicare in un’altra lingua. Partiamo allora dal primo elemento fondamentale: l’ascolto.

Se osserviamo da vicino ciò che rende possibile l’improvvisazione, scopriamo che gli elementi di base sono semplici, ma che allo stesso tempo non siamo abituati ad allenarli. L’ascolto è la base di tutto: se non ascoltiamo, non possiamo capire; se non capiamo, non possiamo rispondere. Nell’improvvisazione sono spesso le parole dell’altro a definire chi siamo, dove siamo e cosa sta succedendo. Se non prestiamo attenzione a ciò che viene detto, ci perdiamo, e la storia non si sviluppa.

Riuscire a concentrare tutta la nostra attenzione sulle parole di un’altra persona è una sfida per tutti noi. Spesso, mentre ascoltiamo, restiamo intrappolati nei nostri pensieri. Questa tendenza si amplifica quando parliamo in una lingua straniera: ci prepariamo mentalmente un discorso, immaginiamo la situazione, ripassiamo frasi in testa… e poi la realtà spesso prende una direzione diversa.

Pensate ad una scena che accede spesso. Siete in un ristorante all’estero, pronti a ordinare in inglese. Il cameriere si avvicina e, prima ancora che parli, vi ripetete in testa: I would like a hamburger with fries, please.Poi però il cameriere chiede: Can I get you something to drink?  Panico.  Non è la frase che vi aspettavate e mentra parlava, stavate pensando ancora alla vostra frase e non avete nemmeno sentito tutto. Ora, immaginate se la vostra mente fosse stata vuota, libera da tutto quel rumore. Senza le frasi preconfezionate e senza l’ansia, avreste potuto ascoltare davvero. Anche se Can I get you something to drink? non è la struttura imparata a scuola, la parola chiave drink sarebbe bastata per reagire con naturalezza.

Ecco perché, tra i primi esercizi che si fanno nell’improvvisazione, ci sono quelli per allenare l’ascolto. Quando riusciamo a svuotare la testa e a concentrarci pienamente sull’altro, rispondere diventa molto più facile. Durante l’anno scolastico 2024/25 ho avuto l’opportunità di lavorare con le classi seconde e terze della Scuola secondatria di I grado L. Da Vinci di Bologna. Prima di immergerci nelle improvvisazioni vere e proprie, ho proposto a ragazzi e ragazze alcuni esercizi pensati per affinare la capacità di ascolto e, allo stesso tempo, richiamare e utilizzare in modo rapido lessico e frasi comuni in inglese.

Li trovate qui sotto, con alcune osservazioni e riflessioni. La mia speranza è che possano essere utili a chi insegna lingue straniere e soprattutto che vengano sperimentati con altre classi.

27 Ottobre 2025

Risorse utili

  • Due esercizi di improvvisazione per allenare l’Inglese in classe

    Secondaria I grado

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