Luca e Gaia hanno 13 anni, sono gemelli e… non si sopportano, o quasi.
Luca ha una disabilità uditiva importante, è pigro, fa fatica a parlare, fa tutto lentamente come un “tartarugo”, così lo definisce la sorella che gli ha affibbiato il soprannome di “Minore”. Gaia di soprannome ne ha un altro: “Maiunagioia”, nomignolo nato dal suo atteggiamento malinconico e pessimista, e dal suo stile un po’ cupo.
La loro vita è simile a quella di tanti coetanei, almeno fino a quando una notte, durante un temporale, restano intrappolati in una grotta senza riuscire a fuggire… quando finalmente trovano la via di fuga, il mondo attorno a loro è completamente diverso. La tecnologia sembra non essere mai arrivata in questo modo dai colori innaturali popolato da strani personaggi. Sono finiti a Ponte Rotto, nel Mondo BC, dove gli abitanti parlano una lingua strana e la loro presenza diventa ben presto un problema.
Il giorno della Spensieranza diventa così un romanzo avventuroso e divertente dove i veri protagonisti sono i sentimenti e le stranezze individuali che ci rendono imperfetti, insicuri, non sempre divertenti e spesso timorosi, ma non sono un impedimento nel raggiungere la felicità.
Lo stile scorrevole e la creazione, per gli abitanti del Mondo BC, di un lessico infantile e a tratti primitivo, rende questa lettura ideale per introdurre i temi dell’inclusione, delle diversità e del rispetto di chi e ciò che è diverso da noi in una fase di continua definizione e cambiamento come quella a cavallo tra la pre-adolescenza e l’adolescenza vera e propria.
Luca e Gaia si ritrovano infatti in un mondo strano e diverso ma che, a un’analisi più attenta, è una “brutta copia” della terra, in cui uomini pieni di difetti e limiti cercano di vivere a pieno la loro vita con gioia, apertura e gentilezza a dispetto delle loro fragilità e debolezze.
Le avventure (e disavventure) dei due gemelli danno vita a tante domande: perché non ci piace ciò che è diverso? Perché vogliamo nascondere le nostre fragilità invece che condividerle con gli altri? Anche gli altri si sentono imperfetti, fragili e impauriti come noi?
Uno spunto per portare in classe una riflessione sull’empatia e l’importanza di essere accoglienti e mettere da parte i pregiudizi, perché in fondo, anche chi appare tanto diverso da noi, ha le nostre stesse paure e desidera essere felice.
Redazione
Roberto Castaldo