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Area Primaria

Pensiero computazionale e coding unplugged

Il pensiero computazionale è la base dell’Informatica. Le attività unplugged ci permettono di svilupparlo senza dover ricorrere a device tecnologici.

Tempo di lettura: 4 minuti

Viviana PintoViviana L. Pinto
Pensiero computazionale

Il pensiero computazionale è la capacità di individuare un procedimento costruttivo per la risoluzione di un problema fatto di istruzioni semplici, ordinate e non ambigue. Ci sono vari modi di allenare questa capacità, ma quando si parla di pensiero computazionale e, più spesso, di coding, si tende a pensare in modo quasi automatico a computer, tablet, robot e dispositivi elettronici di ogni genere. 

Non è però necessario avere a disposizione questi strumenti per sviluppare il pensiero computazionale e per avvicinarsi all’Informatica e alla programmazione. Possiamo affidarci all’unplugged

Coding e aspetti concettuali

Unplugged letteralmente significa “staccato dalla presa elettrica”, “non connesso”. Le attività unplugged sono, quindi, tutte quelle che non prevedono l’utilizzo di dispositivi elettronici. Ma è possibile fare coding senza corrente elettrica? Sì. Assolutamente. 

Concentrarsi su attività unplugged permette di mettere da parte le difficoltà tecnologiche (legate spesso anche alla scarsa disponibilità di dispositivi a scuola e a casa) e soffermarsi invece sugli aspetti concettuali. L’informatica, in fin dei conti, è un’evoluzione della matematica e in particolare della logica, quindi è proprio dalla logica che è meglio partire. E per fare logica non è necessario avere un computer. 

La lingua dei computer

Semplificando molto, possiamo dire che l’informatica è la scienza che studia come far risolvere i problemi ai computer. Per giungere alle soluzioni, i computer si basano sugli algoritmi. Programmare, quindi, vuol dire sapere formulare algoritmi in una lingua che il computer possa comprendere. 

Per scrivere gli algoritmi è sicuramente necessario conoscere la lingua (costituita dalle regole e dalla sintassi dei vari linguaggi di programmazione), ma se non sappiamo che cosa dire, a cosa ci serve padroneggiare tutte le regole grammaticali? Il coding unplugged ci permette di alzare l’attenzione sulle cose da dire ancor prima di imparare come dirle: la sostanza prima della forma! 

Da dove cominciare per sviluppare il pensiero computazionale in modo unplugged? Fra le attività migliori troviamo cucinare seguendo una ricetta, montare un mobile Ikea o un modello Lego seguendo le istruzioni o raggiungere un luogo seguendo le indicazioni fornite. Dunque attività della vita quotidiana. Queste attività possono essere trasformate in esperienze didattiche soffermandosi sui passaggi che eseguiamo, spesso in modo inconsapevole, per arrivare alla conclusione del compito, prestando soprattutto attenzione all’ordine in cui vengono effettuate le cose e alla necessità di fornire istruzioni non ambigue. Possiamo vedere un bellissimo esempio di questo genere di attività in questo video in cui gli studenti provano a spiegare a un docente che interpreta il ruolo di robot come fare un panino. 

Risorse per le attività unplugged

Online possiamo trovare diverse risorse relative alle attività unplugged. Uno dei siti più dettagliati e ricchi sull’argomento è CS Unplugged, che raccoglie idee molto valide e materiali pronti all’uso per gli studenti e per i docenti. Fra i pregi di CS Unplugged troviamo una sezione dedicata agli algoritmi classici dell’Informatica che vengono spiegati con dovizia di particolari, ma in modo semplice e chiaro. E rigorosamente unplugged. Il sito è in inglese, ma la guida alle attività di Classic CS Unplugged è disponibile anche in italiano.

Fra le risorse tutte italiane per le attività unplugged troviamo anche le attività realizzate da Alessandro Bogliolo. In particolare, per quanto riguarda l’unplugged, sono molto interessanti Cody Roby e Cody Maze. Il primo è un gioco di carte (da stampare, ritagliare e usare) basato sui concetti del coding, il secondo è un gioco da realizzare in grandi spazi aperti, che richiede un po’ di lavoro “dietro le quinte” ma che può portare a risultati eccezionali. 

La maestra indiscussa dell’unplugged, però, è senza dubbio Linda Liukas (che Dire, fare, insegnare ha intervistato qui). Con la sua Ruby, la bambina alla scoperta del mondo dell’Informatica, l’autrice racconta in modo preciso, chiaro e divertente tutto quello che c’è da sapere sui computer, sul coding, su internet e su tutto quello che riguarda questo mondo. Il suo sito Hello Ruby  raccoglie i libri di Linda, ma anche tanti stimoli per realizzare attività unplugged divertenti e tanti materiali già pronti all’uso. 

Insomma, non resta che provare: spegnere il computer e avvicinarsi al cuore dell’Informatica. Le attività unplugged possibili sono tantissime e spesso sono i bambini e i ragazzi a inventarne.

27 Agosto 2020

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