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Area Secondaria II grado

Social Emotional Learning: i vantaggi dell’educazione socio-emotiva

Il SEL (Social Emotional Learning) è una metodologia che punta a sviluppare nell’ambiente scolastico non solo le competenze cognitive ma anche quelle sociali ed emotive, fondamentali per il futuro dei ragazzi e per il loro benessere personale.

Tempo di lettura: 3 minuti

logo redazioneRedazione
bambino che alza la mano

Che cos’è il Social Emotional Learning?

Tra le metodologie da approfondire e riscoprire per prepararsi ad affrontare un nuovo anno scolastico il Social Emotional Learning (SEL), o educazione socio-emotiva, si pone all’attenzione di scuole e docenti perché permette di lavorare in modo efficace e completo sulla crescita degli studenti.

La novità del SEL non si basa su dotazioni particolari da mettere a disposizione della classe, come risorse tecnologiche o virtuali, ma passa attraverso l’attuazione di strategie e processi innovativi rispetto a quelli della didattica tradizionale, con l’obiettivo di accompagnare all’acquisizione di cinque competenze chiave.

Le competenze SEL

Queste competenze si focalizzano sulle capacità comunicative e sulla consapevolezza emotiva dei ragazzi e delle ragazze in ambito interpersonale e intrapersonale, e sono state delineate da CASEL (Collaborative for Academic Social and Emotional Learning) in un framework apposito e liberamente consultabile. Dalla “CASEL wheel” emerge quindi che il SEL punta a formare queste competenze:

  1. autoconsapevolezza (self-awareness);
  2. autogestione (self-management);
  3. consapevolezza sociale (social-awareness);
  4. capacità relazionali (relation skills);
  5. saper prendere decisioni responsabili (responsible decision making).

Si tratta di aspetti sociali ed emotivi fondamentali non solo per affrontare con successo il proprio percorso scolastico, ma anche per le scelte formative successive, nel mondo del lavoro e per il benessere individuale nella vita di tutti i giorni. Le ricerche e i feedback raccolti da CASEL nelle scuole statunitensi – le prime a impiegare concretamente e in modo esteso la metodologia SEL – mostrano che i docenti sono convinti che queste competenze si possano effettivamente insegnare, in un ambiente educativo inclusivo e che fornisca a bambini e ragazzi le occasioni e gli strumenti per metterle in pratica e coltivarle.

Per esempio il lavoro in team consente loro di imparare a risolvere i conflitti e a collaborare, mentre incoraggiarli a riflettere sulle proprie esperienze, positive o negative, e sui propri comportamenti li porta ad assumere un diverso punto di vista sulle sfide che gli studenti si trovano ad affrontare e a costruire di conseguenza la propria autostima.

Il SEL richiede la partnership di tutte le parti coinvolte – scuola, famiglia e comunità – per costruire contesti di apprendimento a livello non solo cognitivo ma anche emotivo e sociale, con benefici che si riflettono sugli stessi insegnanti ed educatori e che nel periodo post-Covid assumono un’importanza ancora più evidente.

Una ricerca del 2021 indica infatti che la pratica SEL ha aiutato a ridurre i sintomi di depressione e ansia manifestati dagli studenti durante e dopo la pandemia, ben più di altri approcci tentati in questa direzione (come la mindfulness). Un’altra conferma di quanto sia importante oggi mettere l’educazione socio-emotiva al centro dell’esperienza scolastica e trovare nuove strade per una didattica più inclusiva e tarata sui reali bisogni dei ragazzi.

31 Agosto 2022

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