Dire, fare, insegnare
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ChatGPT: opportunità di cambiamento o problema?

In questa intervista Maurizio Maglioni e Anna Ferrigno, membri dell’associazione di insegnanti Filpnet, presentano la loro prospettiva sul tema dibattuto dell'uso di ChatGPT e su come l’A.I. può aiutare la scuola a cambiare.

Metodologie  Problematiche scolastiche 
04 aprile 2023 di: Maurizio Maglioni, Anna Ferrigno
copertina

Dopo il boom di ChatGPT, nelle scuole secondarie italiane si respira molto sconcerto, perché sembra che studenti e studentesse non facciano più i compiti a casa ma “copino” tutto dal lavoro fatto dall’intelligenza artificiale. La recente sospensione del servizio in Italia, in attesa di una regolamentazione sull’uso dei dati personali, rende ancora più urgente la riflessione sul ruolo che, oggi e in futuro, tecnologie come questa possono avere nei percorsi di apprendimento. Abbiamo chiesto ai docenti Maurizio Maglioni e Anna Ferrigno, che fanno parte dell’Associazione per la promozione della didattica capovolta Flipnet, di rispondere ad alcune domande sulle conseguenze e sulle opportunità portate dall’utilizzo a scuola di ChatGPT.

Davvero ragazzi e ragazze grazie a ChatGPT non fanno più i compiti?

In parte è vero. Ci sono molti youtuber che parlano delle potenzialità di questo strumento e che spiegano addirittura come usarlo per smettere di fare i compiti (per esempio qui e qui).

Eppure Flipnet ha promosso corsi per fare utilizzare ChatGPT agli studenti.

Qui serve spiegare il ragionamento che ha portato a questa scelta. In molti, anche nel campo delle aziende, pensano di mettere al bando l’intelligenza artificiale e di poterla bloccarla: se la vietassimo però non faremmo il bene di ragazzi e ragazze. Dobbiamo renderci conto che nei prossimi anni molti posti di lavoro saranno sostituiti alla A.I. e che i nostri figli dovranno vedersela con un mercato del lavoro molto diverso dall’attuale.

In che senso diverso?

In ambito professionale saranno richieste almeno 6 competenze (di cui si parla in questo articolo) che la scuola tradizionale non si preoccupa molto di sviluppare:

  1. Competenze digitali avanzate: la programmazione, l'analisi dei dati, l'intelligenza artificiale, il machine learning, la sicurezza informatica e la robotica saranno sempre più richieste in futuro.
  2. Capacità di apprendimento continuo: con la velocità dei cambiamenti tecnologici, sarà sempre più importante per i lavoratori acquisire nuove competenze e adattarsi alle nuove tecnologie. I lavoratori in grado di apprendere in modo autonomo e continuo avranno un vantaggio competitivo nel mercato del lavoro.
  3. Capacità di lavorare in team virtuali: con il crescente lavoro remoto e la globalizzazione delle attività delle aziende, le capacità di lavorare in team virtuali e di comunicare efficacemente attraverso i confini geografici e culturali saranno sempre più importanti.
  4. Creatività e pensiero critico: per rispondere all’aumento dell'automazione, sarà sempre più importante che i lavoratori siano in grado di offrire soluzioni creative e pensare in modo critico per risolvere problemi complessi.
  5. Competenze personali e interpersonali: fondamentali saranno la capacità di comunicare efficacemente, di negoziare, di gestire conflitti e di fornire leadership ai team.
  6. Competenze legate alla sostenibilità: le posizioni lavorative riguarderanno campi come l’agricoltura sostenibile, la produzione di cibo, la gestione dei rifiuti, l’energia rinnovabile e così via.

Occorre quindi riconsiderare il concetto di formazione e educazione, perché il futuro lavorativo dei giovani di oggi dovrà fare i conti con queste competenze e non con la semplice acquisizione di conoscenze. D’altronde una scuola basata sull’acquisizione dei saperi è qualcosa che combattiamo da almeno 20 anni.

Quando dice “combattiamo” a chi si riferisce?

Noi di Flipnet partecipiamo a un movimento pedagogico comunemente chiamato “delle metodologie innovative” e che ha origini lontane: viene dal learning by doing di John Dewey, passa dalla scuola montessoriana e arriva al XXI secolo con il cooperative learning, il flipped learning, il PBL, il debate, l’apprendimento laboratoriale e il peer teaching. Per noi la vera sfida della scuola oggi sta nel saper gestire questa transizionedall’insegnamento trasmissivo al non trasmissivo. E in Italia siamo ancora parecchio indietro.

Ma in tutto questo cosa c’entra la A.I.?

ChatGPT è proprio la chiave che ci permetterà di aprire questa porta perché sta mettendo in discussione l’utilità stessa della conoscenza. Da quando, a partire dagli anni ’90, il World Wide Web è progressivamente diventato accessibile a tutti, la trasmissione della conoscenza non è più una competenza esclusiva del sistema di istruzione. Reperire autonomamente informazioni è diventata un’operazione banalissima, alla portata di chiunque. Quello che la scuola può e deve fare in questa nuova società dell’informazione è fornire agli studenti la capacità di selezionare, valutare e poi mescolare questo “filtrato” di conoscenza con il proprio vissuto.

Quindi non vale più la pena di perdere i pomeriggi a studiare?

Il problema non è quanto studiare ma come studiare. Facciamo un esempio: nel percorso didattico attuale ogni studente studia le invasioni barbariche tre volte, alla primaria, poi alle medie e una terza volta alle superiori. Dovremmo essere tutti dei super esperti di invasioni barbariche! Eppure non ricordiamo nemmeno che tante “invasioni” in realtà erano aiuti militari che Roma stessa aveva chiesto ai popoli germanici (come fece, per esempio, l’Imperatore Valente nel 376 con i Visigoti). Perché?

Nei sistemi scolastici tradizionali, gli insegnanti spesso chiedono agli studenti di studiare e poi li valutano principalmente in base alla loro capacità di riassumereciò che hanno appreso. Tuttavia l’avvento di ChatGPT, che si definisce “il campione del mondo del riassunto”, dovrebbe spingere alla riconsiderazione di questa pratica. Noi di Flipnet crediamo che sia giunto il momento di valutare gli studenti in modo più appropriato, basandosi su criteri che riflettano veramente la loro comprensione e competenza.

Per esempio, nelle scienze è più utile insegnare agli studenti come applicare i principi di base, come le leggi della termodinamica, piuttosto che limitarsi a chiedere loro di ripetere gli enunciati a memoria. Nelle discipline umanistiche e artistiche, invece di richiedere agli studenti di memorizzare informazioni sulle correnti artistiche come lo stile modernista, dovremmo fornire loro le competenze per progettare un itinerario culturale a Barcellona, in cui la visita alla Casa Batlló di Gaudì diventa un'esperienza di compito autentico.

In sintesi, dovremmo abbandonare l'idea che la capacità di ripetere informazioni sia il modo migliore per valutare gli studenti e invece concentrarci sulla promozione dell'applicazione e della creatività.

E per la matematica?

Con l’avvento delle calcolatrici, i professori di matematica hanno dovuto adattare i loro metodi di insegnamento. Cinquant’anni fa, la capacità di calcolare a mano la radice di due fino alla sesta decimale era considerata un segno di grande abilità matematica e gli studenti che mostravano tale abilità erano considerati dei geni. Oggi però le cose sono cambiate: la disponibilità delle calcolatrici ha reso questi calcoli manuali meno importanti.

Ma se lasciamo che i ragazzi usino ChatGPT, non faranno più temi, riassunti o commenti…

Attualmente molti hanno già smesso, e i professori che si limitano a mettere divieti sull’utilizzo di queste tecnologie non risolvono nulla. Usciti dalla scuola, le competenze richieste saranno altre. Noi “insegnanti capovolti”, al contrario, non vietiamo nulla ma organizziamo le lezioni in modo tale che gli studenti possano lavorare ai compiti non a casa ma in classe. A scuola in alcuni casi limitiamo l’uso del web mentre in altri lo stimoliamo, sostituendo i tradizionali riassunti scritti con prodotti multimediali come infografiche, doppiaggi, trailer video, sceneggiature e altri contenuti che non possono essere generati direttamente da ChatGPT. In questo modo, gli studenti possono lavorare in gruppo e imparare a utilizzare strumenti digitali in modo creativo e innovativo.

Come si diventa “insegnanti capovolti”?

Con i corsi Flipnet in dieci anni abbiamo formato solo 10.000 insegnanti perché imparare a utilizzare il flipped learning è bello ma molto faticoso. Oggi, però, introdurlo alla secondaria di secondo grado è diventato indispensabile perché ChatGPT è pensata per essere facilmente utilizzabile sugli smartphone di tutti gli studenti.

E se un professore volesse continuare a insegnare come prima?

Ci dispiacerebbe molto per gli studenti: quando, usciti dalla scuola, questi ragazzi si presenteranno sul mercato del lavoro, troveranno richieste molto diverse da quelle dei loro professori e allineate alle sei competenze che abbiamo citato!