Dire, fare, insegnare
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"Outdoor Education": la scuola all'aperto

La maestra Giulia Facchinetti ci spiega come la didattica Outdoor possa aiutare i bambini a sviluppare competenze relazionali attraverso l’esperienza concreta.

Metodologie  Primaria 
23 novembre 2023 di: Giulia Facchinetti
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L’Outdoor Education, conosciuta in Italia come "educazione all’aperto", può essere collocata all’interno del più ampio concetto di "educazione esperienziale". Quest’ultima è una tipologia di approccio alla didattica che pone al centro del processo di apprendimento l’esperienza concreta dello studente, in modo che possa non solo acquisire conoscenze, ma anche sviluppare vere e proprie competenze.

I punti di forza

L’Outdoor Education è costituita da una molteplicità di aspetti che concorrono a delinearne l’efficacia in quanto metodologia didattica. L’educazione all’aperto coinvolge il bambino in modo differente rispetto alla didattica tradizionale, agevolandone lo sviluppo motorio, emotivo e relazionale, incentivando l’aumento dell’autostima, delle capacità di scelta e di problem-solving.

Tutto questo avviene grazie alla varietà di stimoli che vengono forniti ai bambini sia dall’ambiente di apprendimento collocato in mezzo al verde – che risulta inusuale per chi è abituato a una didattica di tipo tradizionale – sia dalla possibilità di modificare radicalmente le richieste e le proposte didattiche attraverso (anche) materiali e supporti presenti nell’ambiente naturale.

È quindi evidente come l’Outdoor Education risulti un approccio stimolante, coinvolgente, ma anche utile per lo sviluppo dell’individuo e del gruppo classe in cui è inserito.

Per quanto riguarda le prime esperienze in natura è importante procedere in modo graduale nell’approccio all’ambiente esterno, in modo da supportare anche i bambini che non sono abituati a entrare in contatto con il verde. Bisogna anche ricordare che i bambini osservano moltissimo la figura di riferimento, soprattutto in occasioni in cui non sanno come approcciarsi a qualcosa; per questo motivo, se proponiamo loro delle attività o giochi, è importante la nostra partecipazione in prima persona.

Un progetto di didattica Outdoor

Nella scuola primaria in cui lavoro, l'IMC di Cepino, collocata in un paese della Valle Imagna (provincia di Bergamo), ho proposto un percorso volto a sviluppare maggiore fiducia, empatia e collaborazione tra gli alunni di una classe seconda. Ho scelto di portare i bambini in natura per permettere loro di scardinare le relazioni che si sono create in un contesto didattico indoor, spingendoli quindi a uscire dai propri schemi.

Durante il progetto sono state svolte diverse uscite nel bosco, nel corso delle quali sono state approfondite emozioni differenti, lavorando in modo collaborativo e collettivo.

  • Il primo momento in mezzo alla natura è stato dedicato alla libera esplorazione, in modo che ciascun bambino o bambina potesse interagire con l’ambiente ed entrarvi in confidenza con i propri tempi. È importante infatti sostenere gli alunni nelle attività, aiutandoli anche concretamente se lo domandano, rispettando sempre i tempi di ciascuno.
  • Successivamente veniva introdotta la tematica da affrontare attraverso la lettura di un albo illustrato che ha aiutato i bambini a interrogarsi e a riflettere, e ha lasciato loro la possibilità di interpretare l’argomento. I silent book, i libri senza parole, sono perfetti per questo tipo di attività poiché permettono un’interpretazione totalmente libera e personale. Ma anche tra i libri con parole si possono trovare numerosi spunti interessanti. In occasione della prima uscita è stata proposta ai bambini la lettura dell’albo La chiocciolina e la balena di Julia Donaldson e Axel Scheffler per riflettere insieme sulla collaborazione e l’importanza di ciascuno per strutturare buone relazioni.
  • Una volta condivise le proprie riflessioni con i compagni, è stato chiesto ai bambini di mettersi in gioco concretamente per vivere davvero delle situazioni di cooperazione sforzandosi di immedesimarsi nell’altro. La classe è stata suddivisa in coppie e uno dei due bambini è stato bendato in modo che potesse vivere una situazione di spaesamento e di totale affidamento all’altro, causando, a volte, anche delle sensazioni di timore e paura. Queste sono state superate solo grazie alla fiducia nei confronti del compagno-guida che ha accompagnato l’altro lungo un percorso in mezzo agli alberi, in salita e discesa, e ha dovuto immedesimarsi nella sua situazione di difficoltà per potergli indicare pazientemente e con attenzione ogni movimento da svolgere per completare il percorso. In un secondo momento, sono stati invertiti i ruoli dei bambini, in modo che tutti potessero provare sia la sensazione di affidamento all’altro che la responsabilità di guidare un’altra persona in un momento di vulnerabilità.
  • Successivamente sono state modificate le coppie ed è stata proposta ai bambini una nuova attività. In questo caso ogni duo aveva delle parti del corpo legate in comune a seconda del movimento da svolgere: in un primo momento un piede per svolgere un percorso camminando, in seguito un ginocchio e un polso per eseguire il percorso gattonando. In entrambi i casi i bambini si sono dovuti necessariamente accordare su come procedere e lavorare insieme per concludere i percorsi.

Considerazioni finali

Al termine delle attività ogni bambino ha condiviso con compagni e insegnanti quanto vissuto e appreso. È stato chiesto a ciascuno di spiegare ciò che ha svolto con maggiore difficoltà e come è riuscito a relazionarsi con gli altri nelle diverse situazioni, in modo da poter fornire anche un personale riscontro in merito all’intera esperienza.

Le diverse uscite sono poi proseguite, perseguendo l’obiettivo di una maggiore collaborazione e lo sviluppo di una maggiore empatia nella classe; obiettivo che, al termine dell’anno scolastico, è stato raggiunto dalla quasi totalità degli studenti.

Riferimenti bibliografici

  1. Bortolotti, A., Outdoor Education. Storia, ambiti, metodi, Guerini e Associati, Milano 2019.
  2. Brodin, J., Inclusion through access to outdoor education: Learning in Motion (LIM), Journal of Adventure Education & Outdoor Learning. Volume 9 no. 2, December 2009, pp.99-113.
  3. Mancini, C., Educatori esperienziali in natura: Animali, piante, storie e attività per l’Outdoor Education, 78edizioni, Massanzago (PD) 2020.
  4. Schenetti, M., Salvaterra, I., Rossini, B., La scuola nel bosco: Pedagogia, didattica e natura, Edizioni Centro Studi Erickson, Trento 2015.