La maestra Giulia Facchinetti ci spiega come la didattica Outdoor possa aiutare i bambini a sviluppare competenze relazionali attraverso l’esperienza concreta.
Metodologie  Primaria L’Outdoor Education, conosciuta in Italia come "educazione all’aperto", può essere collocata all’interno del più ampio concetto di "educazione esperienziale". Quest’ultima è una tipologia di approccio alla didattica che pone al centro del processo di apprendimento l’esperienza concreta dello studente, in modo che possa non solo acquisire conoscenze, ma anche sviluppare vere e proprie competenze.
L’Outdoor Education è costituita da una molteplicità di aspetti che concorrono a delinearne l’efficacia in quanto metodologia didattica. L’educazione all’aperto coinvolge il bambino in modo differente rispetto alla didattica tradizionale, agevolandone lo sviluppo motorio, emotivo e relazionale, incentivando l’aumento dell’autostima, delle capacità di scelta e di problem-solving.
Tutto questo avviene grazie alla varietà di stimoli che vengono forniti ai bambini sia dall’ambiente di apprendimento collocato in mezzo al verde – che risulta inusuale per chi è abituato a una didattica di tipo tradizionale – sia dalla possibilità di modificare radicalmente le richieste e le proposte didattiche attraverso (anche) materiali e supporti presenti nell’ambiente naturale.
È quindi evidente come l’Outdoor Education risulti un approccio stimolante, coinvolgente, ma anche utile per lo sviluppo dell’individuo e del gruppo classe in cui è inserito.
Per quanto riguarda le prime esperienze in natura è importante procedere in modo graduale nell’approccio all’ambiente esterno, in modo da supportare anche i bambini che non sono abituati a entrare in contatto con il verde. Bisogna anche ricordare che i bambini osservano moltissimo la figura di riferimento, soprattutto in occasioni in cui non sanno come approcciarsi a qualcosa; per questo motivo, se proponiamo loro delle attività o giochi, è importante la nostra partecipazione in prima persona.
Nella scuola primaria in cui lavoro, l'IMC di Cepino, collocata in un paese della Valle Imagna (provincia di Bergamo), ho proposto un percorso volto a sviluppare maggiore fiducia, empatia e collaborazione tra gli alunni di una classe seconda. Ho scelto di portare i bambini in natura per permettere loro di scardinare le relazioni che si sono create in un contesto didattico indoor, spingendoli quindi a uscire dai propri schemi.
Durante il progetto sono state svolte diverse uscite nel bosco, nel corso delle quali sono state approfondite emozioni differenti, lavorando in modo collaborativo e collettivo.
Al termine delle attività ogni bambino ha condiviso con compagni e insegnanti quanto vissuto e appreso. È stato chiesto a ciascuno di spiegare ciò che ha svolto con maggiore difficoltà e come è riuscito a relazionarsi con gli altri nelle diverse situazioni, in modo da poter fornire anche un personale riscontro in merito all’intera esperienza.
Le diverse uscite sono poi proseguite, perseguendo l’obiettivo di una maggiore collaborazione e lo sviluppo di una maggiore empatia nella classe; obiettivo che, al termine dell’anno scolastico, è stato raggiunto dalla quasi totalità degli studenti.