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Valutazione: come comportarsi con gli alunni BES

La valutazione è una fase importante dell’attività scolastica e incide fortemente sull’autostima degli alunni. È fondamentale cercare di uniformare i criteri di valutazione per gli alunni BES per i quali sono previste verifiche facilitate.

Verifiche e valutazioni  Primaria  Secondaria 
25 febbraio 2019 di: Giulia Guardavilla
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La valutazione costituisce un momento dell’attività scolastica che assume significati diversi per l’insegnante, lo studente e le famiglie. È presente, anche se in maniere differenti, in tutti gli ordini di scuola e spesso rappresenta motivo di scontro con gli studenti e le famiglie. 

La valutazione può diventare particolarmente complicata quando si hanno di fronte alunni con Bisogni Educativi Speciali. Spesso si fatica a trovare un metro di giudizio sia durante le interrogazioni sia nelle verifiche scritte perché è difficile capire come mettere in relazione i risultati di un alunno BES con quelli dei compagni. 

Prima di tutto bisogna tenere presente che nel PDP sono specificati gli obiettivi di apprendimento di ogni studente con BES, quindi è importante far riferimento a questo documento per verificare se l’iter di apprendimento si sta svolgendo in modo corretto e se gli obiettivi sono progressivamente raggiunti.

Spesso gli alunni con problemi di apprendimento possono utilizzare strumenti compensativi e dispensativi, anche in questo caso indicati nel PDP. L’utilizzo di questi strumenti non avvantaggia lo studente rispetto ai compagni, ma lo mette il più possibile alla pari, quindi gli permette di compensare, anche se non totalmente, le sue difficoltà. Questo vale sia per gli studenti che hanno un disturbo certificato, come i DSA, sia per gli studenti inseriti nei BES ma non certificati. 

Il fatto che uno studente utilizzi gli strumenti previsti dal PDP non deve far sì che il suo voto di partenza sia più basso rispetto a quello degli altri perché gli strumenti non sono un aiuto, ma una compensazione. Se nel valutare una verifica di matematica si parte dal 10 in caso di prova senza errori, il voto di partenza deve essere 10 anche per uno studente DSA che può utilizzare calcolatrice e formulario o che ha diritto a maggiore tempo nelle verifiche o a un numero minore di esercizi. Questo è un punto molto importante da tenere in considerazione. Per valutare in modo equo gli studenti con BES si devono stabilire gli strumenti compensativi e dispensativi adatti a ogni alunno e scegliere un livello di facilitazione che non renda il compito per lui troppo facile, ma sia adatto alle sue capacità e problematiche.

Un altro punto importante è conoscere quali sono le difficoltà specifiche dell’alunno e a seconda della problematica che presenta, in modo da capire quanto un errore possa dipendere dal problema di quell’alunno. Per esempio gli studenti dislessici hanno difficoltà di recupero lessicale, quindi può capitare che non riescano a recuperare dalla memoria un termine specifico, ma lo sostituiscano con uno che appartiene alla stessa area di significato, come "faraone" con "re". Questo errore viene spesso percepito come mancanza di studio, ma dipende in realtà da una caratteristica specifica del disturbo.

Spesso gi elaborati scritti di studenti con disturbi di apprendimento, in particolare dislessia e disortografia, sono scritti in modo poco ordinato dal punto di vista delle sequenze temporali o logiche e pieni di errori; anche in questo caso si tratta di una caratteristica del problema. 

Questo non vuole dire che l’insegnante non possa lavorare per migliorare questi aspetti, magari anche in collaborazione con un esperto che segue lo studente, ma è importante che nella valutazione dell’elaborato non si tengano in considerazione gli errori di ortografia. Gli errori vanno comunque indicati, a meno che non siano un numero tale per cui tutto il compito sarebbe pieno di segni rossi; in questo caso è bene dire all’alunno che sono presenti molti errori di ortografia, ma senza segnarli.

Nelle verifiche scritte spesso gli alunni BES hanno una verifica facilitata con esercizi presentati in modo diverso, una minore quantità di prove o esercizi diversi; bisogna ricordare che il livello di complessità della richiesta deve essere lo stesso rispetto a quello della classe, anche se le prove sono presentate in maniera diversa. È bene disporre gli esercizi in ordine di difficoltà crescente in modo tale che gli studenti svolgano prima le prove più semplici e poi si impegnino in quelle più complesse. Anche se la verifica è presentata in forma diversa, la valutazione deve essere uniforme a quella della classe perché bisogna ricordare che il livello di complessità deve essere lo stesso e le modalità di facilitazione servono per mettere lo studente alla pari rispetto ai compagni.

Può capitare che i compagni commentino il fatto che le verifiche non sono uguali o che lo studente stesso non accetti di avere una verifica differente o degli strumenti come mappe e formulari; in questo caso è bene fare una riflessione con la classe sul fatto che ognuno ha caratteristiche differenti e punti di forza e di debolezza che fanno parte di queste caratteristiche.

La valutazione è invece differente per gli studenti che seguono una programmazione e obiettivi differenti rispetto a quelli della classe, come nel caso di disabilità intellettive. In questo caso i contenuti saranno semplificati in modo adatto alle capacità dell’allievo e la valutazione sarà effettuata sulla base del raggiungimento di obiettivi differenti. Anche in questo caso è bene che sia mantenuta una coerenza con le valutazioni del resto della classe, quindi è giusto che se lo studente svolge la verifica semplificata in modo corretto la valutazione parta dallo stesso voto utilizzato per i compagni.

Per indicazioni su facilitazione e semplificazione si suggerisce la lettura dei seguenti articoli:

  1. Didattica BES: la semplificazione;
  2. Didattica BES: la facilitazione.