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Area Secondaria I grado

Mettersi nei panni dell’altro per coltivare l’empatia

Il professore Luigi Novi racconta “Prendo in prestito un compagno di classe”, un’attività per far sperimentare a studenti e studentesse l’ascolto e l’empatia.

Tempo di lettura: 3 minuti

luigi noviLuigi Novi
Mettersi nei panni dell’altro per coltivare l’empatia

Un’idea semplice per imparare a guardarsi con occhi nuovi 

In un tempo in cui la scuola è spesso attraversata da individualismo, competizione e difficoltà relazionali, diventa fondamentale restituire centralità alle relazioni autentiche. Da questa riflessione nasce “Prendo in prestito un/una compagno/a di classe”, un’attività educativa e relazionale pensata per far sperimentare agli studenti e alle studentesse l’importanza dell’ascolto, dell’empatia e della conoscenza reciproca. L’idea è tanto semplice quanto potente: per una settimana ogni alunno/a “prende in prestito” un compagno o una compagna, impegnandosi a osservarlo/a, ascoltarlo/a, conoscerlo/a più a fondo e prendersene cura nel quotidiano scolastico. 

Obiettivi formativi 

  • Promuovere l’empatia e la capacità di mettersi nei panni degli altri. 
  • Rafforzare il clima di classe e il senso di appartenenza al gruppo. 
  • Favorire l’ascolto attivo e la riflessione personale. 
  • Stimolare la consapevolezza emotiva e il riconoscimento delle differenze. 

Come si svolge l’attività 

  1. Introduzione e preparazione 
    L’insegnante introduce il tema dell’empatia e dell’ascolto attraverso una breve discussione o un circle time. Gli studenti e le studentesse riflettono insieme su cosa significhi “mettersi nei panni dell’altro”. 
  1. Formazione delle coppie 
    Le coppie possono essere scelte casualmente o create con cura per favorire nuove connessioni e conoscenze. L’obiettivo è uscire dalle consuetudini relazionali e incontrare “l’altro”. 
  1. La settimana del prestito 
    Per alcuni giorni, ciascun alunno dedica attenzione al proprio compagno/a “in prestito”: osserva, aiuta, dialoga, e annota brevemente ogni giorno le proprie scoperte, emozioni e impressioni su una scheda operativa. 
    Le domande guida lo aiutano a riflettere: 
  • Cosa ho scoperto di nuovo su questa persona? 
  • In cosa siamo simili o diversi? 
  • Come mi sono sentito accanto a lei/lui? 
  1. Restituzione collettiva 
    Al termine dell’esperienza, la classe si riunisce per condividere le riflessioni. Ognuno può raccontare un momento significativo o una parola che riassuma l’esperienza. Si può concludere creando un “cartellone dell’empatia”, con frasi e parole chiave emerse nel confronto. 

Perché funziona 

Gli studenti e le studentesse, anche i più riservati o quelli che faticano a socializzare, trovano in questa attività un modo nuovo per “farsi vedere” e per “guardare” l’altro.
L’esperienza sposta il baricentro della relazione scolastica: dal giudizio alla comprensione, dalla distanza alla vicinanza. Molti alunni scoprono così di avere più affinità di quanto immaginassero, o imparano a rispettare differenze che prima li infastidivano. 

Una scuola che educa alle relazioni 

“Prendere in prestito un/una compagno/a” diventa allora un piccolo laboratorio di cittadinanza emotiva, un esercizio di umanità quotidiana. 
Non serve usare la tecnologia, né materiali speciali: serve solo tempo, ascolto e curiosità. 
È un’esperienza che ricorda a tutti – adulti e ragazzi – che la conoscenza dell’altro è il primo passo per costruire comunità autentiche e inclusive

Una scheda per accompagnare la riflessione 

Per guidare il percorso, ho elaborato una scheda personale che aiuta gli studenti e le studentesse a registrare ogni giorno le proprie osservazioni e stati d’animo
La scheda è semplice e intuitiva, con spazi ampi per scrivere, una sezione di autovalutazione e un momento finale di riflessione personale. 

Conclusione 

Insegnare l’empatia non significa solo parlarne, ma creare occasioni in cui gli studenti e le studentesse possano viverla, sperimentarla, raccontarla
Prendere “in prestito” un compagno o una compagna è un piccolo gesto che apre grandi orizzonti educativi: una scuola che si guarda negli occhi è una scuola che cresce insieme.  

27 Novembre 2025

Risorse utili

  • Mettersi nei panni dell’altro per coltivare l’empatia

    Secondaria I grado

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