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Didacta 2024 tra apertura all’università e nuovi progetti. Intervista con Lorenzo Becattini

Lorenzo Becattini ci racconta le novità di Didacta Italia 2024, il principale appuntamento dedicato alla scuola e all’innovazione didattica alla Fortezza da Basso di Firenze.

News ed eventi 
29 febbraio di: Lorenzo Becattini
copertina

Dal 20 al 22 marzo a Fortezza da Basso si terrà una nuova edizione di Didacta. Che cosa ci può raccontare in anteprima?

Siamo contenti perché è la settima edizione di un esperimento che ha attraversato i momenti difficili del Covid ma continua a marciare e soprattutto cresce: quest’anno saranno circa 400 le aziende partecipanti, l’anno scorso erano 342, quindi c’è già un dato visibile di crescita importante.Didacta è la fiera sulla scuola più importante a livello nazionale e si tiene in uno splendido luogo, la Fortezza da Basso, di cui verranno usati per gli spazi espositivi con 9 padiglioni per un totale di 45.000 m², quindi la fiera occuperà quasi tutta la Fortezza. “Quasi” perché abbiamo un importante progetto in corso: la realizzazione di un ulteriore spazio sia congressuale che fieristico che rende ad ora una parte della fortezza non agibile.

Didacta mette in relazione Firenze Fiera, Didacta International, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, Indire e anche il Ministero dell’Università e della ricerca. Siamo fiduciosi che questo gruppo unito alle nostre realtà istituzionali locali, cioè la Regione Toscana, il Comune di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze e Destination Florence Convention & Visitors Bureau possa fare un ottimo lavoro.

Delle 400 aziende presenti quest’anno ci sono tante riconferme di aziende che hanno già partecipato nelle edizioni precedenti, questo ci sembra veramente un bel segnale.

È un legame affettivo che si mantiene nel corso del tempo e via via cresce grazie a quelle aziende che sono curiose, che sentono parlare bene di questa fiera e si aggiungono. Molte sono anche aziende che ci hanno seguito negli spin-off che abbiamo fatto fuori dalla Regione Toscana. Il nostro cliente va trattato con grande cura e con grande attenzione, perché in tutte le attività poi sono gli espositori che danno giudizio prima di tutto con la loro partecipazione.

Quest’anno abbiamo la novità del rapporto con il mondo delle università, quindi un’aggiunta interessante per creare una community fra gli atenei a livello nazionale che dia avvio a riflessioni e stimoli su ciò che viene già fatto ma per un pubblico di insegnanti e di studenti di età più giovane.

E perché questa attenzione anche per gli istituti tecnici?

Sono importanti, come abbiamo visto recentemente nel dibattito, anche per il tema delle professioni e del lavoro. E poi c’è anche il rapporto con l’università, l’alta formazione artistica musicale è quella coreutica. Mi fa molto piacere che si espanda questa attività anche a questo segmento che considero veramente importante per la cultura e la formazione nel nostro paese.

Poi c’è la tecnologia, naturalmente, come abbiamo già sperimentato attraverso il metaverso. Anche noi entriamo nel tema dell’intelligenza artificiale, sperando che se ne possano trarne benefici senza diventarne prigionieri. Questo sarà oggetto anche dei confronti che si terranno nei giorni della fiera: abbiamo il dovere di esplorare queste tematiche, di non averne paura, ma anche di sentire anche posizioni diverse su questi temi innovativi e molto delicati. Non possiamo non guardarli.

Sono Presidente di Firenze fiera dalla fine del 2020, sono tre anni pieni. Anche nel periodo del Covid decidemmo di mantenere questo marchio facendo una fiera su piattaforma. Si è pensato per un certo tempo che le fiere online avrebbero superato quelle che prevedono la presenza fisica: fortunatamente non è andata così. Il contatto tra le persone, con gli espositori, gli organizzatori, gli sponsor, i soggetti istituzionali è veramente molto importante. Si impara molto partecipando in presenza a questi eventi e quindi anche se la prima fiera di Didacta io l’ho vissuta su piattaforma, l’ho poi vista crescere di anno in anno, e i numeri che ho detto all’inizio testimoniano una grande attenzione.

Io penso, come tanti, che questo paese lo cambiamo con la scuola, con un insegnamento che sia veramente attento ai bisogni di coloro che devono essere formati. Alla fine anch’io mi ricordo dei professori bravi, cioè di quelli che ti facevano stare lì incollati. È una qualità che non tutti gli insegnati hanno. Penso che la formazione sia il vero combustibile del nostro paese, non soltanto dal punto di vista di ciò che si impara, ma anche dal punto di vista di come ci si dovrebbe relazionare in un ambiente scolastico. Credo che ci voglia rispetto nei confronti degli insegnanti che andrebbero trattati meglio, sotto tutti i punti di vista, anche quello economico. Perché il futuro del nostro paese dipende anche da come si riesce a insegnare agli studenti a tutti i livelli.

Ha parlato della location della Fortezza dal Basso, degli spin-off di Didacta, dell’importanza del ruolo dell’insegnante… non avete ancora pensato ad ampliare la fiera anche a una città bellissima come quella di Firenze, che si fa in questo caso portavoce delle innovazioni della didattica, oppure un “fuori Didacta” nelle scuole?

Sono punti interessanti perché il tema ce lo poniamo anche per altre fiere. Per due anni ci siamo posti il problema di fare Didacta fuori dalla Toscana. Non soltanto per avere una fiera in più ma per fornire un servizio nazionale. E quindi abbiamo fatto la fiera a Catania nel 2022, è stato quello il nostro “fuori Didacta”, non è stato tanto nella città quanto in un’altra parte del paese. Con Didacta International abbiamo pensato che sarebbe stato bello seminare qualcosa in primavera, in autunno andare da un’altra parte anche per tirare in campo le stagioni. Questo però è un fatto giusto, e se via via faremo crescere questa fiera, penso ci potrà essere spazio anche per fare degli esperimenti da qualche parte nella nostra Firenze o anche nella nostra regione.

Siccome abbiamo introdotto il tema della musicasarebbe bello fare qualcosa a Firenze non solo nella Fortezza. Per esempio, noi già abbiamo aperto un rapporto per la mostra dell’artigianato con il Conservatorio Cherubini. Sarebbe interessante che ogni volta la nostra società realizzasse le proprie attività in collaborazione con altre istituzioni della città.

È anche una questione di produzione culturale: la nostra fiera si caratterizza non solo per l’organizzazione, i congressi, ma cerca di dare un’anima culturale alle sue produzioni, perché siamo a Firenze e perché la fortezza ha un valore storico essendo stata costruita nel 1534.

È un tema importante che coinvolge Indire e altre istituzioni, in altri casi abbiamo collaborato con i grandi Uffizi e l’Archivio di Stato di Firenze. Dipende quello che si vuole fare, però il rapporto con le istituzioni è molto importante per creare una catena di collegamento.