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Ripensare il proprio ruolo di docenti per il futuro. Intervista con Alessandra Rucci

Alessandra Rucci, moderatrice della tavola rotonda dedicata al futuro che ha aperto la seconda edizione del Festival Deascuola “La scuola è”, ci ha parlato degli obiettivi di questo evento e della necessità per i docenti di reimmaginare il proprio ruolo di fronte alle sfide educative di oggi.

Problematiche scolastiche 
15 marzo 2022 di: Alessandra Rucci
copertina

La seconda edizione del Festival di formazione di Deascuola La scuola è mette al centro degli eventi gratuiti dedicati a “i docenti di oggi e i cittadini di domani” argomenti attuali e fondamentali nel dibattito sul futuro dell’educazione e sulle sfide poste al mondo della scuola. Alessandra Rucci, Dirigente Scolastica esperta di didattica integrata al digitale e di ambienti di apprendimento, ha moderato l’evento di apertura “La scuola è… la chiave del futuro”, che Dire, fare, insegnare ha raccontato qui.

In questa intervista riflette con noi sui temi e sulle occasioni di confronto offerte dal Festival, che proseguirà con l’appuntamento del 17 marzo proponendo la tavola rotondaLa scuola è… per tutti e di tutti” per parlare di inclusione, parità di genere e dialogo intergenerazionale.

L’edizione 2022 del Festival “La scuola è” ha come motto “Il futuro si attiva oggi”. Può raccontarci come è strutturato evento e quali sono le sue caratteristiche?

Il festival “La scuola è…” ha inaugurato la sua prima edizione un anno fa, riscuotendo un enorme successo presso i docenti italiani. Si tratta di un evento di vasta portata, che per un mese e mezzo ospiterà un ricco palinsesto di occasioni formative gratuite, fruibili in modalità sincrona e asincrona e che incontrano i bisogni più vari dei docenti: webinar di carattere disciplinare, eventi speciali che coinvolgono le classi e tavole rotonde su temi trasversali di grande attualità per tutti coloro che si occupano delle giovani generazioni. Insomma un ricchissimo programma, che impegnerà circa 70 relatori per un totale di 33 eventi.

Il tema di quest’anno, sul quale si è cominciato a lavorare molto prima dei preoccupanti avvenimenti che ci vedono coinvolti oggi, appare drammaticamente attuale: una riflessione a 360° sulla necessità di impegnarsi tutti, ma in particolare gli educatori e gli insegnanti, nella costruzione di un futuro di pace, di accoglienza, di rispetto per gli umani e per il pianeta e di uso sostenibile delle risorse. Sono gli obiettivi dell’Agenda 2030, che non possono e non devono restare una declaratoria formale, ma devono vedere il nostro impegno concreto: formare la sensibilità dei bambini e degli adolescenti su questi argomenti non è più rinviabile.

La guerra che sta travolgendo le porte dell’Europa è un evento che avremmo definito impossibile, inimmaginabile, era fuori dai nostri orizzonti di pensiero: invece si è verificato. Deve servirci come monito per comprendere l’attualità del motto che il festival ha scelto, “Il futuro si attiva oggi”. Non c’è tempo da perdere; quello che molto probabilmente abbiamo perso ce la sta già facendo pagare.

Di cosa tratterà in particolare il festival 2022?

Alcuni documenti di studio e riflessione sono al centro dei temi del festival. Si tratta, ancora una volta, di testi scritti prima del conflitto attuale, ma che sembrano veramente pensate per il momento presente: il rapporto UNESCO 2021, Reimagining our future together: a new social contract for education o il framework UNESCO Learning to become with the world. Quest’ultimo documento, in particolare, vede già alcune scuole impegnate nella revisione dei propri curricoli, grazie all’omonimo progetto di INDIRE.

Il festival rappresenta infatti una grande occasione per ripensare alla propria mission, per rileggere il proprio lavoro e le proprie discipline di insegnamento con lenti attuali, che tengano conto della complessità del mondo e aiutino i docenti a rispondere in modo adeguato a una generazione di giovani provati prima dalla pandemia e poi dalla guerra, con la sua minaccia nucleare.

Gli eventi in programma offrono spunti di didattica delle discipline e trattano di metodologie per l’apprendimento attivo e di uso del digitale, proponendo idee utili a orientare il nostro sistema educativo dentro lo spazio culturale di un nuovo umanesimo planetario, coinvolgendo i saperi, le conoscenze e le competenze e aumentando le opportunità di relazioni umane. Si parlerà anche di inclusione, con particolare riferimento alle povertà educative, di didattica orientativa e delle competenze non cognitive da inserire nei curricoli, di nuove carriere professionali centrate sulle discipline STEM.

Qual è la risposta dei docenti italiani ai temi di riflessione proposti dal Festival?

I docenti italiani stanno dimostrando, con la risposta entusiasta alle proposte formative di qualità, di essere disponibili e pronti a reinventare la propria professione, anche perché è formandosi e ampliando i propri orizzonti che, oltre ad arricchire il proprio spessore professionale, ritrovano quella gioia creativa che fa di ogni docente un buon maestro per i suoi allievi.