Il progetto Generazioni Connesse, come spiegato in questo articolo da Federica Pilotti, si fa promotore di numerose iniziative per accompagnare scuola e famiglie nello spazio della costruzione della cittadinanza digitale attiva, responsabile e critica. Il Kit Didattico, sviluppato insieme al centro di ricerca CREMIT, è uno strumento che vuole proporsi come guida di lavoro e di riflessione su questo tema per tutte le scuole, dall’infanzia alla Secondaria di II grado.
Il Kit è organizzato in cinque aree che corrispondono esattamente alle aree del Sillabo per l’educazione civica digitale, cornice che tutti a scuola dovrebbero conoscere e utilizzare: Internet e il cambiamento in corso, l’educazione ai media, l’educazione all’informazione, la quantificazione e la computazione (dati e intelligenza artificiale), la cultura e la creatività digitale.

La logica è quella di chiarire, in maniera progressiva e sempre più specifica, le implicazioni che i cambiamenti originati dalle tecnologie digitali hanno sulla nostra dimensione individuale e sociale; sulle modalità di ricerca, di raccolta, di utilizzo delle informazioni; ma anche sulla necessità di promuovere un comportamento attivo e creativo oltre la logica dello script.
Per ognuna delle cinque aree il Kit, come anticipato, presenta due tipologie di risorse: le pillole teoriche e le schede. La prime funzionano da supporto per l’aggiornamento professionale di tipo teorico e riflessivo, le seconde consentono di tradurre operativamente le riflessioni, avendo cura di incontrare il campo in maniera progressiva. Un conto, infatti, è parlare di dati e datification con i bambini della scuola dell’infanzia (la scheda di riferimento si intitola “Il mostro golosone”), altro è farlo con i ragazzi della secondaria (la scheda “Robot ed esseri umani a confronto”).

Scorrendo le pillole teoriche, potremmo decidere di leggere solo quelle che risultano per noi nuove oppure riprendere in mano alcuni temi già affrontati, considerando la sfida di aggiornare i costrutti al presente. Il lavoro di CREMIT va proprio in questa direzione: prendere temi noti e non noti e renderli fruibili per tutti. Le pillole possono fornire, dunque, una base solida sulla quale operare in classe, ma possono anche diventare materiali d’uso per il lavoro con i ragazzi, estrapolando frasi, sequenze o utilizzando le pillole stesse, soprattutto quando stiamo discutendo con i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado.
Le schede operativesono la traduzione di concetti complessi in attività gestibili e raccolte nel tempo. La logica, come si è intuito, è di andare in profondità, costruendo competenze trasversali e lavorando in sinergia con i colleghi. La scheda è organizzata per EAS (Episodio di Apprendimento Situato) e prevede un video stimolo (o attività stimolo) per l’anticipazione, la presentazione del lavoro di gruppo previsto nella fase operativa e finalizzata alla produzione di un artefatto cognitivo, gli step di riflessione per la fase ristrutturativa. Nulla impedisce all’insegnante, sulla base della classe, dello stile didattico e della propria postura, di aggiungere risorse o di modificare qualche piccolo aspetto, pur rimanendo fedeli all’architettura a tre punte tipica del metodo EAS.

Lo scopo è quello di supportare le pratiche degli insegnanti, fornendo un insieme di risorse teoriche (potremmo dire, di inquadramento scientifico) e di proposte operative (le schede). La novità è evidentemente insita nella scelta di partire dall’infanzia, segmento troppo spesso escluso dalle iniziative media educative e di sensibilizzazione (con un cambio di rotta negli ultimi anni), e nel metodo adottato per la progettazione e lo svolgimento delle attività didattiche. La cornice metodologica, come detto, è rappresentata dal metodo EAS, promosso e costruito da Pier Cesare Rivoltella (fondatore del Centro CREMIT). Per presentare il metodo rimandiamo alla tabella di sintesi delle azioni previste nelle tre fasi, che richiamano altrettanti verbi della didattica: anticipare, fare, riflettere.

Le caratteristiche del metodo possono essere sintetizzate in sette punti, che abbiamo adottato anche nella nota metodologica che precede il Kit Didattico e che consigliamo di leggere prima di consultare il Kit:
- l’EAS stimola una prima esplorazione autonoma del contenuto, creando le basi esplorative e consentendo di “attraversare” il contenuto con indicazioni orientative;
- il metodo lavora sul processo per arrivare al contenuto, cioè sulle competenze;
- questa impostazione aiuta l’insegnante a mettere gli apprendimenti in situazione, poiché il contenuto non viene affrontato come se fosse separato dal contesto, ma viene situato;
- l’EAS attiva gli studenti attraverso la pratica e il fare insieme, a partire dagli oggetti culturali di cui i ragazzi si appropriano;
- il metodo favorisce la ristrutturazione dei contenuti (cognitiva) e delle attività (emotiva), attraverso azioni che abituano gli studenti a commentare il lavoro proprio e altrui;
- l’EAS salda didattica e valutazione, nella cornice del New Assessment;
- il metodo aiuta a documentare, per rendere visibile il lavoro e per tenerne traccia (blog, portfolio dello studente, video prodotti, repository, raccolte dedicate alla content curation).
Cosa manca, allora? Il lavoro di questi mesi è finalizzato all’aggiornamento dei materiali, aggiungendo nuove pillole e nuove schede, garantendo un continuo rinnovamento delle pratiche anche grazie al supporto del Teacher’s panel che Generazioni Connesse sta accompagnando: non solo ricercatori CREMIT, ma anche insegnanti capaci di vedere oltre la teoria e costruire percorsi in sinergia. Non resta, dunque, che passare dalla teoria (il Kit) al campo (l’uso dei materiali).
Bibliografia
- P. C. Rivoltella, Fare didattica con gli EAS. Episodi di Apprendimento Situato, Brescia, La Scuola, 2013.
- P. C. Rivoltella, Didattica inclusiva con gli EAS, Brescia, La Scuola,2015.
- P. C. Rivoltella , Cos’è un EAS. L’idea, il metodo, la didattica, Brescia, La Scuola, 2016.
- A. Carenzio, Microprogettare nel metodo EAS, in P. G. Rossi, C. Giaconi (a cura di), Micro-progettazione: pratiche a confronto. PROPIT, EAS, Flipped Classroom, Milano, Franco Angeli, 2016.
Alessandra Carenzio
Vittorio Caratozzolo
Silvia Giordano
Marco Brusa
Luigi Novi
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