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Area Secondaria I grado

Insegnare per “livelli”: introduzione

Adattare l’insegnamento alle esigenze dei singoli studenti è fondamentale: bisogna insegnare per “livelli”. Silvia Giordano ci spiega perché una lezione omogenea è spesso inefficace.

Tempo di lettura: 5 minuti

Silvia GiordanoSilvia Giordano
tavolo scuola

In una classe di 25-30 studenti insegnare non è facile. Al di là della disciplina – la prima necessità da soddisfare in classi così numerose affinché l’anno scolastico sia efficace e piacevole per tutti (insegnanti compresi) – la parte più difficile del lavoro di un insegnante è senz’altro riuscire a raggiungere tutti senza lasciare indietro nessuno. E per “indietro” non si intende il luogo dove rimangono gli studenti fragili, tutt’altro. “Indietro” rimane qualsiasi studente o studentessa il cui potenziale non viene raggiunto, stimolato o messo in gioco dal livello delle nostre lezioni.

Una situazione complessa

Ormai le nostre aule sono costantemente popolate da studenti e studentesse con preparazioni di base, livelli culturali, competenze e abilità differenti – nel bene e nel male. Anche concentrandoci solo sugli alunni non caratterizzati da BES, DSA, svantaggi linguistici o disabilità, ci ritroviamo comunque tra le mani un gruppo di studenti fortemente eterogeneo nelle sue caratteristiche.

Questo accade a ogni ordine di scuola e in ogni città: di fianco al gruppo degli studenti che “non studiano”, abbiamo sicuramente quelli che hanno lacune pregresse dovute a difficoltà nel proprio percorso scolastico, così come abbiamo studenti che non riescono a sfruttare tutto il loro potenziale a causa di disequilibri nella propria vita famigliare o affettiva.

In mezzo agli studenti “fragili” non possiamo però dimenticarci degli studenti brillanti o delle eccellenze: studenti motivati, appassionati o semplicemente con un talento di spicco in una o più materie. Anche questi rappresentano un gruppo di studenti con le proprie esigenze che, se trascurate, possono portare a demotivazioneabbandono scolastico, o a trasformarli in un elemento di disturbo della classe, poiché il livello a cui facciamo lezione non li coinvolge o stimola abbastanza.

Più livelli di lavoro

In un contesto del genere, fare una lezione uguale per tutti significa proporre una lezione adatta solo a un piccolo gruppo di studenti. Per questo, da anni, nella Scuola secondaria di I grado dove insegno applico una metodologia didattica studiata apposta per riuscire a fornire, all’interno della stessa lezione, più livelli di lavoro.

I risultati che si ottengono viaggiano su due livelli. Il primo, riguarda lo studente in sé e la presa di consapevolezza che ognuno di noi è diverso dagli altri e che la scuola non pretende che tutti siano ugualmente bravi, o che tutti prendano il massimo dei voti lavorando nella stessa maniera. Il secondo, riguarda il rendimento di ogni studente: adattando il livello di difficoltà delle lezioni al livello personale di ogni studente si può davvero riuscire a colmare le differenze, dare le stesse opportunità a tutti e non dimenticare di accrescere nessuno solo perché troppo fragile o eccellente.

Ricordate la vignetta che illustra la differenza tra equità e uguaglianza? Il metodo di insegnamento per livelli è esattamente “equità”: fornisce in ogni situazione il livello necessario di aiuto per portare tutti, felicemente e serenamente, allo stesso risultato.

lezione
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Che cosa significa “livello”?

Di quali livelli stiamo parlando, però? Innanzitutto una prima specificazione: il concetto di “livello” applicato agli studenti è dinamico e non rappresenta assolutamente un’etichetta o un giudizio sulla persona. Quando parlo di livello, intendo essenzialmente quanto quello studente, in quel momento e in quel luogo, è pronto per l’argomento che sto per affrontare.

Questo “essere pronto” ovviamente dipende da tantissimi fattori, tra cui lo studio è uno soltanto. Infatti, sappiamo bene che la qualità del risultato del nostro insegnamento dipende sia da noi sia dal metodo con cui scegliamo di affrontare un argomento sia dalle conoscenze e abilità dello studente sia dal momento dell’anno, o del giorno, in cui affrontiamo quell’argomento sia, infine, dalle condizioni psicologiche peculiari degli studenti in quel momento, giorno o anno particolare della loro vita.

Perciò, il livello è innanzitutto un concetto dinamico che può cambiare in base all’argomento di lezione, ma anche in base a ciò che lo studente è nel momento specifico in cui io faccio lezione. Ed è anche per questo che il livello non è assolutamente un giudizio – né tanto meno un pregiudizio – sullo studente che abbiamo davanti. La parte essenziale per applicare questo metodo è prima di tutto chiarire questo concetto con gli studenti, facendoli sentire accettati, ben voluti e non giudicati, indipendentemente dal livello a cui si colloca la loro prestazione in quel momento.

Come individuare i livelli?

Io insegno matematica. Questa materia si presta facilmente all’individuazione dei livelli: in base alle lacune pregresse, alla diversa predisposizione per il ragionamento logico, alle capacità di interiorizzazione dei concetti o anche solo in base al livello di attenzione che uno studente può applicare a un esercizio, i diversi livelli si distinguono facilmente.

Ma questo ragionamento è applicabile a tutte le materie, anche le umanistiche: basti pensare alle diverse abilità e competenze che possiamo attenderci o non attenderci da determinati studenti, in base alla loro predisposizione, alla passione che provano per determinati argomenti, così come alla motivazione o all’impegno che dimostrano nello studio.

Tuttavia, negli anni ho imparato che il migliore esperto nell’individuare i livelli non è l’insegnante, ma lo studente stesso. La tecnica che uso più spesso per individuare il livello migliore a cui far lavorare uno studente in una determinata lezione è sottoporre una serie di esercizi in progressione di difficoltà e osservare la velocità, la precisione e la serenità dello studente nell’affrontarli.

Come organizzare il lavoro?

In questo secondo articolo vedremo come gestire concretamente il lavoro in classe affinché possa dare i risultati migliori.

28 Novembre 2023

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