Dire, fare, insegnare
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CLAPOTEE il podcast per l'apprendimento. Intervista a Cécile Cathelin

La redazione di Dire, fare, insegnare ha intervistato Cécile Cathelin, docente di letteratura francese, formatrice e creatrice di CLAPOTEE, un podcast per l'apprendimento di contenuti didattici.

Esperienze di insegnamento  Grandi insegnanti 
01 dicembre 2020 di: Cécile Cathelin
copertina

La redazione di Dire, fare, insegnare ha chiesto Cécile Cathelin, docente francese che da anni si occupa di formazione e strategie didattiche innovative di parlarci della sua esperienza con la didattica a distanza, i nuovi strumenti e contenuti digitali e soprattutto della nascita di CLAPOTEE, il podcast didattico di sua invenzione. 

Come è nata l’idea di CLAPOTEE?

Ho iniziato a dare lezioni “inverse” (lezioni che prevedono che gli alunni leggano il corso prima che io ne parli in classe) circa 6 anni fa, facendo ricorso a supporti digitali, utilizzando video come molti dei miei colleghi. Questo approccio offre molti vantaggi, ma io ho preferito un formato che permettesse il Mobile Learning per dare agli alunni la possibilità di seguire il corso quando e dove preferivano. A tal fine ho pensato di utilizzare i podcast culturali, sempre più diffusi, come supporto didattico: sviluppare l’interesse dei ragazzi al di fuori delle ore di scuola di modo che potessero ascoltare nei momenti più opportuni le parti più importanti del corso. Ottimizzando i momenti asincroni, ognuno può seguire i propri ritmi di apprendimento e sviluppare un approccio individuale alle conoscenze in un mondo in cui il sapere non è più disponibile solo in certo luogo (in classe) o a una certa ora (durante l’orario di scuola).

Riassumendo, il principio del “Clapotee” si basa sull’idea del mobile learning e dell’enjoy learning, l’allievo apprende quando e dove lo desidera (mobile + enjoy): impara ad apprendere e quando decide di apprendere è contento di farlo.

Perché ha scelto il termine “Clapotee”?

“Clapotis” (sciabordare) in francese significa: “rumore leggero, ripetuto e prolungato, determinato dal movimento della superficie dell’acqua mossa da onde corte che si urtano”. 

Il “rumore leggero, ripetuto e prolungato” è l’apprendimento di lunga durata, si ottiene grazie alla ripetizione regolare delle nozioni e al loro uso nel tempo: ascoltare ripetutamente i podcast aumenta la capacità di memorizzare i contenuti nel lungo periodo.

“Le onde corte che si urtano”: le onde rappresentano la serie di podcast ascoltati nel tempo. Le onde determinano l’appropriazione del sapere attraverso l’ascolto dei podcast; questo processo permette all’allievo di appropriarsi di nozioni trasversali che, a loro volta, gli permettono di acquisire competenze essenziali per le prove scritte e orali.

Inoltre, le onde che si scontrano rappresentano le conoscenze che l’allievo tesse al fine di sintetizzare in modo esaustivo il suo pensiero: è il principio dell’appren-tissage (apprendere + tessere,tissage in francese, le conoscenze).

E le “ee” di “Clapotee”?

La prima E far riferimento a Education (insegnamento); la seconda E corrisponde a e-ducation(insegnamento digitale): CLAPOTEE offre delle soluzioni digitali in modo che i discenti sviluppino conoscenze e competenze all’interno di un contesto di apprendimento evolutivo.

In che modo il podcast offre un sostegno didattico diverso da quello degli altri supporti digitali?

Il podcast sviluppa la memoria uditiva del discente e soprattutto consente di essere utilizzato al momento più opportuno. La memoria uditiva viene sviluppata grazie ai supporti info-grafici che combinano impatto visivo e acustico. In tal modo i discenti possono ottimizzare la memoria che preferiscono. Il podcast può essere ascoltato da solo o in accompagnamento all’info-grafica.

Quali sono le competenze specifiche necessarie per creare un buon podcast?

Io insisto sulla capacità di “sceneggiare il podcast pur nel rispetto del limite temporale di 25-30 min. Sceneggiare significa, per me, tessere una trama rigorosa, anche identica, tra i differenti podcast. Se, per esempio, registro una serie di podcast sulla Storia della Letteratura, devo assicurare che tutti i podcast siano organizzato nello stesso modo, dispongano dello stesso piano descrittivo e abbiano la stessa durata in modo da dare al discente la possibilità di ritrovare facilmente comuni punti di riferimento. Inoltre, consiglio di scrivere l’episodio dalla A alla Z. Si potrebbe pensare di poter improvvisare come in occasione dei corsi in presenza, in realtà bisogna scrivere assolutamente tutti i contenuti per avere una voce fluida e toni e ritmi controllati. È il consiglio di un amico giornalista della radio che continuo ancora ad ascoltare anche alla sua 64^ puntata.

Riassumendo: è necessario essere dei buoni redattori e organizzatori, disporre di fonti serie ben assimilate e divertirsi a divulgarle.

Potreste dare tre consigli a un professore che comincia a fare podcast per i suoi allievi?

Individuare le esigenze e le domande degli allievi prima di tutto. Ho sempre creato i podcast in funzione delle loro esigenze cognitive e delle loro scadenze valutative. L’idea del supporto info-grafico è nata a seguito degli scambi quotidiani con loro.

Testare e affinare il materiale didattico di base: la voce. Affinare volume e intonazione, utilizzare le pause, rivolgersi agli allievi. Si torna all’idea di sceneggiare il podcast in anticipo.

Scegliere gli strumenti digitali con cui si è a proprio agio e che non richiedono troppi sforzi d’apprendimento: gli strumenti non devono far perdere tempo e devono essere di piacevole utilizzo. Per iniziare e per registrarsi vi consiglio delle piattaforme gratuite come Anchor o Zencastr.

Voi insegnate in Francia, paese come l’Italia, in preda alla pandemia. Come avete organizzato la didattica a distanza?

Dieci anni fa ho lanciato un sito di lavoro, 2CCOURS per lavorare a distanza con i miei allievi. La transizione non è stata difficile in quanto i miei allievi erano già abituati a utilizzare gli strumenti digitali per trovare tutte le risorse necessarie. Ogni classe disponeva già di tutto il materiale necessario per portare a termine le attività didattiche. Ho organizzato un canale YouTube Clapotee per completare i podcast: temendo che una seconda ondata sarebbe arrivata, durante l’estate ho perfezionato i supporti digitali già in essere. Da novembre siamo passati all’insegnamento ibrido: ho metà della classe in presenza una settimana su due. Chi è a distanza utilizza il sito, i podcast e YouTube per esercitarsi e per apprendere il programma.

Ma allargando un po’ la conversazione, noto che queste nuove organizzazioni del lavoro hanno mostrato una fratture digitale che deve essere ricucita presso insegnanti e allievi. Un buon numero di allievi ha confessato di non saper utilizzare gli strumenti digitali per lavorare. Alcuni insegnanti hanno avuto difficoltà a fare ricorso alle classe virtuali e ai video. Io sono membro di EdTehFrance: noi siamo convinti che bisogna assolutamente formare con regolarità tutta la comunità dei docenti a utilizzare gli strumenti necessari non solo in tempi di crisi, ma anche in quelli considerati normali. Solo in questo modo la Scuola potrà affrontare le sfide di oggi e di domani: formare studenti e insegnanti a utilizzare al meglio gli strumenti digitali per migliorare l’insegnamento è la sfida da raccogliere oggi.