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Gruppi di lettura per ragazzi: una finestra su esperienze e possibilità

L’autrice per ragazzi Silvia Bernardi ci parla di che cosa comporta gestire un gruppo di lettura per ragazzi e ragazze, raccontando alcune esperienze pratiche a scuola, in libreria e in biblioteca.

Editoria  Esperienze di insegnamento 
01 luglio di: Silvia Bernardi
copertina

Quando si parla di “gruppo di lettura” si intende un gruppo di persone che, per diversi motivi e con diverse dinamiche, escono dall’esperienza individuale della lettura per portarla in un contesto di comunità.

Un gruppo di lettura, quindi, è innanzitutto un gruppo di lettori.

Cosa accade quando si riunisce un gruppo di lettori? Sicuramente accade qualcosa di diverso se si riuniscono lettori adulti o se invece i membri del gruppo sono bambini e ragazzi la cui esperienza è mediata dalla presenza di un adulto.

Che possibilità sane e rispettose ha l’adulto che si prende la responsabilità di condurre un gruppo di lettura dedicato a lettori ragazzi?

In questo articolo vorrei provare, attraverso esperienze di adulti che coordinano gruppi di lettura per ragazzi in contesto scolastico ed extrascolastico, a delineare possibili scenari e offrire qualche possibilità di valore.

Gruppo di lettura, gruppo di lettori

A maggio, al Salone del Libro di Torino, è stata presentata S.T.O.R.I.E., una ricerca quantitativa e qualitativa sui gruppi di lettura in Italia: uno dei dati emersi è che il 13% dei gruppi di lettura mappati è nato nel corso dell’ultimo anno, il 19% negli ultimi 1-2 anni, il 25% negli ultimi 2-5 anni e il 43% oltre 6 anni fa (maggiori informazioni qui).

Si è quindi acceso un faro su queste “comunità che leggono” - di cui anch'io faccio parte, sia come coordinatrice che come partecipante – ed è subito evidente che, negli ultimi cinque anni, c’è stata una fioritura di iniziative di gruppo per condividere la lettura o meglio, la propria esperienza di lettore.

Proprio qui nasce un paradosso che è, a mio avviso, un ottimo “nocciolo” da cui partire per sviluppare la riflessione che vorrei proporre in questo articolo. La lettura, infatti, è un’attività solitaria, e lo è anche quando è condivisa o ad alta voce: ognuno legge con i propri occhi, ascolta con le proprie orecchie, porta il libro, il testo, la storia nella propria interiorità. Ed è nella solitudine che si annida il mistero: un mistero che va custodito e che, allo stesso tempo, nel momento in cui incontra l’intimo mistero delle esperienze di lettura di altri lettori, genera qualcosa di nuovo.

Rispetto e qualità per superare il paradosso della promozione della lettura

Già nel 1997, Luca Ferrieri, sottolineava come il concetto stesso di “promozione” della lettura - di cui, di fatto, anche lo sviluppo di un gruppo di lettura fa parte - abbia in sé una contraddizione, in quanto «il termine “promozione” tradisce etimologicamente e letteralmente ciò che una strategia del piacere di leggere tendenzialmente rifiuta: che occorra spingere, insistere, trascinare, abbellire, trasfigurare pur di conquistare un lettore in più [...]. A fronte di un'attività che riguarda la sfera privata si propone una mobilitazione pubblica [...] Come si può promuovere senza snaturare ciò che vorremmo gratuito, naturale, spontaneo? Ciò che dovrebbe corrispondere a un bisogno intimo privato?».

Sono d’accordo e lo considero un ottimo punto di partenza, da cui possiamo evolvere un pensiero: se è vero ciò che dice Ferrieri, e si accorda anche con Pennac che ci dice che «il verbo leggere non sopporta l’imperativo», trovo di fondamentale importanza e di grande guida pratica anche quanto espresso dalla professoressa Silvia Blezza Picherle nel testo Formare lettori, promuovere la lettura: quando si promuove la lettura con ragazzi e ragazze, la differenza la fa il maestro, il mentore, che deve sapersi porre con equilibrio, al fine di promuovere «un’educazione alla lettura più lenta e rispettosa dei giovani lettori».

Blezza Picherle ci dice, infatti, che spetta «ad ogni promotore, in ambito scolastico ed extrascolastico, diventare un maestro di letture e una guida maieutica che inocula quasi empaticamente il piacere, senza insegnarlo, ed inizia a quei riti tipici del lettore abituale e appassionato».

Se a condurre il gruppo di lettura ci sono uno o più adulti che fondano le proprie azioni sul rispetto e sulla qualità, ecco che la condivisione non toglie intimità all’esperienza: il nucleo profondo dell’intimità resta, e il frutto di questa stessa “’intimità di lettura”, coltivato nel rispetto, incontra e comunica con le esperienze di lettura degli altri in modo sincero, senza impartire azioni di eccessiva apertura né di forzato rispecchiamento.

Gruppi di lettura per ragazzi a scuola, in libreria e in biblioteca

Le esperienze raccolte in questo articolo sono quelle di adulti che conducono gruppi di lettura dedicati a ragazzi in contesti sia scolastici che extrascolastici, e di insegnanti che partecipano a gruppi di lettura dedicati ad adulti dove si leggono libri e letteratura per ragazzi.

Spero quindi, con le doverose premesse fatte e con i necessari approfondimenti che ognuno di noi saprà e vorrà fare, di dare un piccolo contributo nel grande panorama di stimoli in cui siamo immersi, per aprire insieme sempre più ampie - e profonde! - possibilità, da condividere con i ragazzi che abbiamo la fortuna di incontrare nel nostro lavoro.

Autogestione, condivisione e rispetto

Maria Polita, linguista, studiosa e formatrice di letteratura per l’infanzia, conduce in biblioteca a Seregno, in Brianza, il gruppo di lettura “All you can read”, rivolto agli adolescenti: in questo gruppo ci si scambia consigli sulle letture che i partecipanti hanno amato e si cerca di scoprirne di nuove.

Il gruppo è guidato da tutti i membri e, di volta in volta, si decide insieme come procedere all’incontro successivo: consigli liberi, genere preciso, consigli incrociati, libro unico. Si crea così un luogo conviviale, dove i discorsi sui libri possano creare legami e far nascere nuove esplorazioni. Maria racconta che «i ragazzi sono spesso appassionati di generi molto specifici (manga, romance, fantasy, etc) e sono alla ricerca di coetanei con cui scambiare consigli e con cui parlare della loro passione».

L’unica regola è: se uno vuole parlare, gli altri ascoltano. Ciò che invoglia i ragazzi a leggere è la fiducia nel coetaneo che consiglia: quello che nel gruppo funziona è l’autogestione, e l’assoluta libertà nella proposizione dei libri. Si è invitati a intervenire, perché il gruppo si nutre dei pensieri e delle scoperte di ciascuno, ma non è necessario né obbligatorio prendere parola: si può anche partecipare per ascoltare. Maria, in qualità di guida, apre e chiude l’incontro, cercando di armonizzare gli interventi, in un quadro di senso compiuto.

Maria Polita sottolinea infatti il ruolo fondamentale dell’adulto nel coordinamento del progetto: «ciò che permette di creare un luogo vivo e creativo di comunità che legge, è l’adulto che guida: quanto più la guida è capace di creare partecipazione, collaborazione, condivisione, fiducia, più il lavoro incide nella vita dei partecipanti». Un esercizio importante di approccio critico, quindi, che regala ai partecipanti strumenti preziosi per imparare a guardare i libri meno passivamente e più intelligentemente: da protagonisti.

Un unico libro, tante storie: dal libro alla vita e ritorno

La bibliotecaria bolognese Barbara Gamberini, insieme alla collega Cristina, conduce un gruppo di lettura dedicato sempre agli adolescenti, ma incentrato sul libro unico. Le ragazze - in questo caso la partecipazione è, al momento, 100% femminile - sono appassionate di romanzi e fumetti, e scelgono a maggioranza il libro da leggere sulla base di 4 o 5 proposte avanzate dalle bibliotecarie tra titoli, tendenzialmente contemporanei, di qualità: in questo modo, attraverso il confronto a partire da una stessa storia, si finisce sempre a parlare di altro. «Ad alcuni libri si dedicano con attenzione sottolineando o ricopiando frasi che poi condividono tra loro» racconta Barbara Gamberini «e a volte si parla di serie tv o anime, ma sempre per affinità delle storie con quelle dei libri letti».

Le partecipanti parlano una alla volta e le bibliotecarie fanno in modo che l’ascolto sia “attivo”, rilanciando con domande e assicurandosi che ogni ragazza abbia il proprio spazio: qualcuna argomenta, qualcuna si limita ad esprimere un parere più sintetico.

Dal libro alla vita, insomma, e ritorno. La comunità che legge, infatti, si crea grazie alla passione comune: anche se per gli adolescenti è più complicato lasciarsi andare alle nuove conoscenze, le ragazze del gruppo si sono aperte tanto da subito grazie anche al confronto sulle storie lette.

Responsabilità, proposte varie e direzione comune

La professoressa di scuola secondaria Sara Pompili, a Roma, coordina un gruppo di lettura dedicato a ragazzi di quella fascia di età in libreria, organizzato in modo ancora diverso: è la professoressa che, l’estate di ogni anno, progetta l’intero percorso, scegliendo due autori, due generi e due temi da approfondire, più alcuni incontri extra. I ragazzi leggono quindi libri diversi, ma sempre scelti all’interno di una bibliografia fornita, coerente con il tema o l'autore del mese. «Alla fine di ogni incontro» spiega Sara Pompili «presento i libri disponibili per il mese successivo: vengono esposti fisicamente, così i ragazzi possono guardarli, sfogliarli, toccarli, confrontarsi tra loro e con me prima di fare la loro scelta. La regola è che ciascuno sceglie un titolo diverso da quello degli altri, per permettere al gruppo di confrontarsi su più punti di vista e ampliare lo sguardo su autori, generi e temi».

Si svolgono anche attraverso attività ludiche ben strutturate, come ad esempio l’utilizzo di carte, quiz, dibattiti e momenti di confronto per ricostruire insieme l’autore, il genere, il tema. «Anche se ognuno legge un libro diverso, lavoriamo in una direzione comune» approfondisce Sara «per tessere legami tra i testi, cogliere analogie e differenze, e far emergere pensieri critici e personali».

Il gruppo è rivolto a ragazzi che già leggono e che hanno voglia di condividere questa passione e, all’inizio del percorso, viene organizzato un incontro con i genitori in cui viene chiarito anche che portare un ragazzo che non ama leggere, con la speranza che si appassioni grazie al gruppo, rischia di essere controproducente. Per far crescere la consapevolezza e la voglia di leggere occorre creare un percorso lungo in un contesto più strutturato, ovvero la scuola.

Altro elemento chiave di questa esperienza è la responsabilità. «Il rispetto di questo impegno è parte integrante del percorso» conclude Sara «anche in termini di educazione all’autonomia e alla serietà con cui si vive un’esperienza culturale condivisa».

Un percorso lungo un anno a scuola, per la primaria e la secondaria

L’insegnante di scuola primaria Silvia Piscione, a Pescara, insieme a una collega della scuola secondaria ha infatti avviato il progetto di lettura “Lasciami leggere”.

«Lettori non si nasce, ma lo si diventa attraverso un percorso graduale» spiega infatti Silvia Piscione «e la scuola assume un ruolo di primaria importanza in questo compito di trasmettere il piacere di leggere. L’esperienza di lettura si avvia fin dall’inizio del percorso scolastico e va condivisa nel contesto familiare: l’alunno va aiutato e sostenuto alla scoperta dei libri».

Questo progetto nello specifico si rivolge alle classi terze della scuola primaria e alle classi prime della secondaria e, insieme alle insegnanti, sono state svolte attività di interazione tra alunni di diverse classi: letture ad alta voce anche all’aria aperta, rielaborazione verbale e grafica di una storia, esercitazioni di lettura espressiva, book talks, uscita in biblioteca e in libreria, recensioni, riflessioni sui testi.

L’insegnante sottolinea come un’esperienza di questo tipo non solo consenta di migliorare e implementare competenze e nutra l’amore per il libro e la lettura, ma rafforzi il senso di comunità e favorisca davvero il confronto tra pari. Si va oltre quindi la lettura come azione in sé, e si conquista qualcosa che rimane davvero per la vita. Per il futuro, le insegnanti stanno pensando di arricchire il percorso con nuove giornate, incontri con autori e attività laboratoriali.

Le esperienze presentate sono tutte accomunate da un aspetto a mio avviso fondamentale: gli adulti che conducono questi progetti condividono il progetto con i ragazzi e vivono l’esperienza insieme a loro. Non impartiscono, non somministrano, ma offrono innanzitutto la loro Passione e la Gioia che si genera nel libro e grazie alla lettura: questo atteggiamento di apertura porta con sé il rispetto per i giovani lettori e per l’esperienza intima di ognuno di loro.

Grazie, quindi, a chi crea e a chi vuole imparare a creare comunità che leggono che sappiano rispettare l’intimo mistero che si esprime nella crescita un giovane lettore.

Concludo quindi questo primo approfondimento - ne seguirà un altro dedicato all’esperienza di adulti che frequentano gruppi di lettura in cui si leggono libri e letteratura per l’infanzia e l’adolescenza - con il decimo diritto del lettore scritto da Pennac, il diritto di tacere:



Bibliografia

  • Luca Ferrieri, “Fare/leggere: i paradossi della promozione della lettura”, in “La promozione della lettura in biblioteca”, Editrice Bibliografica, Milano, 1997
  • Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli, Milano, 1993
  • S. Blezza Picherle, Formare lettori, promuovere la lettura. Riflessioni e itinerari narrativi tra territorio e scuola, Franco Angeli, Milano, 5a ristampa 2022, 3a edizione 2015