Letizia Mazzanti, insegnante della scuola secondaria, ci propone un'attività di storytelling sulle "Città invisibili" di Italo Calvino da sviluppare anche grazie all'uso del digitale.
Esperienze di insegnamento Leggere le Città invisibili di Italo Calvino in classe permette di lavorare in modo approfondito sulla descrizione, seguendo l’esempio di un grande maestro della narrativa italiana del Novecento. Questo autore, infatti, crea ampie sequenze descrittive che possono risultare molto utili alla didattica, soprattutto quando si affronta con gli studenti questa tipologia testuale.
I testi contenuti in quest'opera si possono analizzare a più livelli e offrono diversi spunti di lavoro, sia nella scuola secondaria di I grado, sia nel biennio della secondaria di II grado. Possiamo infatti scegliere le città più semplici per la secondaria di I grado, come Diomira o Ottavia, e le città più articolate e astratte, come Zenobia, per la secondaria di II grado. Calvino ci offre quindi un magistrale esempio di descrizioni di luoghi: ma come leggerle in classe per portare a una comprensione significativa e offrire una didattica innovativa e motivante? Possiamo per esempio sfruttare le TIC.
In primo luogo è sicuramente necessaria, a ogni livello scolastico, una lettura attenta del testo scelto, il primo passo per qualsiasi didattica della letteratura. La lettura può essere condotta dal docente, oppure può essere svolta dagli alunni, a seconda della difficoltà del testo scelto. Dopo la lettura si procederà alla comprensione del testo, più o meno mediata dal docente, ricercandone i diversi significati e analizzando le figure retoriche utilizzate da Calvino nella creazione letteraria. Per arrivare a una comprensione piena e approfondita vorrei però proporre qui un’attività di riscrittura forse un po’ inconsueta.
Per lavorare sulla produzione scritta a partire dalle Città invisibili si può per esempio chiedere ai ragazzi di scrivere, seguendo l’esempio calviniano, la descrizione della propria città invisibile. Per gli alunni del I grado potrebbe essere semplicemente la descrizione della città a cui sono più legati, la città natale o la città in cui tornano ogni estate in vacanza coi nonni. Per il II grado invece potrebbe essere anche la descrizione di una città immaginaria: se si vuole ampliare il percorso si potrebbe collegare la descrizione dei luoghi al concetto di utopia e richiedere la creazione e la descrizione di una città utopica, partendo per esempio dalla lettura della calviniana Fedora .
Fino a qui nulla di originale: leggiamo un testo letterario e chiediamo agli alunni di scriverne uno proprio, seguendo l’esempio autoriale e con contenuti simili. Per rendere però il lavoro più coinvolgente e accattivante si possono sfruttare gli strumenti che offre il digitale. Quando i ragazzi avranno completato il proprio testo, ricco di elementi descrittivi, possiamo chiedere loro di lavorare alla trasposizione del testo in un altro formato, per esempio creando un video.
Un software che permette di realizzare video in maniera semplice e intuitiva è Adobe Spark. Si tratta di una piattaforma che lavora in cloud e con cui si possono di creare diversi tipi di contenuti: è uno strumento di facile utilizzo e anche i ragazzi della secondaria di I grado possono imparare a usarlo in breve tempo. I video permettono di inserire immagini di vario tipo, anche fotografie proprie, e di registrare la propria voce. L’idea dello storytelling è legata alla creazione del video, che porta gli alunni in prima persona al centro del processo di apprendimento e alla creazione della loro storia da raccontare.
Si può quindi chiedere agli alunni di creare il proprio video, in cui inserire le immagini che hanno descritto per la loro città invisibile e accompagnandole alla lettura del testo che loro stessi hanno prodotto. Le immagini potrebbero essere anche fotografie scattate da loro, proprio nei luoghi di cui ci parlano nel racconto. Nel caso invece della città immaginaria o utopica le immagini possono essere più varie e lontane dalla realtà, proprio sulla scia dell’astrazione calviniana. Nella scuola secondaria di I grado può essere utile che il docente mostri un proprio esempio di video, per permettere ai ragazzi di capire come lavorare e come muoversi con lo strumento proposto.
In conclusione ci sarà il momento della condivisione dei lavori alla classe. Potrebbe essere anche il momento per la valutazione, da parte del docente, degli elaborati prodotti: il confronto sarà utilissimo per permettere agli alunni di capire dove e come migliorare il proprio progetto.
Lavori come questo, in cui il digitale si affianca alla didattica dell’italiano, portano a risultati notevoli su diversi punti di vista: i ragazzi saranno più motivati e quasi tutti si metteranno al lavoro, anche coloro che in genere sono più restii, proprio perché spronati dall’uso delle risorse online. Usare il digitale anche nelle ore di italiano si può, anzi la versatilità della tecnologia ci offre diverse possibilità di storytelling che possiamo sfruttare per realizzare una didattica innovativa e coinvolgente, senza penalizzare i contenuti.