Asteria Bramati, docente esperta di neuropedagogia e collaboratrice del Ministero dell'Istruzione, spiega le teoria dello studioso statunitense Michael Tomasello sulla psicologia evolutiva della specie umana.
Grandi insegnanti “Il primo passo nell'evoluzione dell'etica è un senso di solidarietà con gli altri esseri umani”
(A. Schweiter)
Sin dagli inizi della tradizione occidentale, i pensatori si sono chiesti in che modo gli esseri umani siano diversi da altre specie animali; e ancora oggi non esiste una risposta univoca anche dopo le scoperte di Darwin. Nonostante questo si sono verificati numerosi progressi empirici e teorici che hanno creato le condizioni per una teoria evolutiva consapevole del processo ontogenetico da cui scaturisce la psicologia umana. Una psicologia unica, come afferma lo psicologo statunitense Michael Tomasello, che trova i fondamenti delle sue teorie nei lavori di Jean Piaget e Lev Semënovič Vygotskij.
Jean Piaget sviluppa un resoconto sostanzialmente individualistico dell'ontogenesi della conoscenza della persona, concentrandosi soprattutto sulle azioni degli infanti nello spazio e su come essi manipolano gli oggetti. Secondo il ginevrino queste operazioni palesi si interiorizzano in operazioni mentali: per esempio, raggruppare oggetti da un mucchio significa sommare, rimuovere significa sottrarre. Quella che Piaget chiama “conoscenza figurativa” riguarda i fatti specifici sul mondo che i giovani imparano, e anche il processo di simbolizzazione ha luogo, sempre sulla base di strutture operative. La sua teoria riconosce il ruolo dell'ambiente sociale e culturale nel facilitare lo sviluppo individuale, ma gli elementi del processo sono individualistici. Per Tomasello: “La spiegazione di Piaget non offre spiegazioni del come, del perché gli esseri umani compiano le cose” (1). Dal suo punto di vista c'è bisogno di una spiegazione più specifica di che cosa ci renda umani.
Inoltre recenti ricerche hanno rivelato che anche le grandi scimmie possiedono alcuni elementi fondamentali di una “teoria della Mente”. Per alcuni scienziati (Spelke) gli esseri umani e le scimmie condividono “una conoscenza nucleare di base”; altri adottano un approccio (bayesiano), per cui l'individuo procede sempre sulla base di teorie esistenti per poi rivedere le ipotesi in base ai nuovi dati. Anche queste teorie hanno però un difetto secondo Tomasello: non spiegano cosa in particolare distingue la nostra specie dalle altre.
Le caratteristiche che ci rendono unici secondo molti sono quelle che Vygotskij chiama “le funzioni cognitive superiori”. Esse sono l'esito della capacità umane di creare e di interiorizzare pratiche sociali, riguardanti in particolare l'uso di artefatti e simboli culturali come protesi cognitive (compresi tablet e smartphone). Tuttavia per Tomasello l'analisi vigoskiana omette di considerare le relazioni sociali e la loro influenza sulla costruzione di un “noi” tipica solo della persona umana. Secondo la visione di Tomasello le capacità degli esseri umani di cooperare tra loro assume forme uniche perché gli individui sanno creare reciprocamente un agente “noi” condiviso, che opera con una conoscenza e dei valori condivisi.
Le capacità di collaborazione sono emerse nell'evoluzione umana tra individui alla pari che operavano atti di intenzionalità congiunta e poi, tra gli individui di un gruppo culturale, in atti di intenzionalità collettiva. Vygotskij si concentra quasi soltanto sulla dimensione trasmissiva della cultura, Tomasello invece sulla dimensione coordinativa della cultura: ossia come gli esseri umani, inclusi i bambini, collaborano e comunicano mentre partecipano ad attività socio-culturali.
Il ragionamento di Tomasello è questo: la dimensione coordinativadei processi cognitivi e sociali unicamente umani - inclusi gli aspetti motivazionali e le nuove relazioni sociali - permette le pratiche culturali cooperative dell'insegnamento e dell'apprendimento, essenziali nella trasmissione culturale umana.
La spiegazione ontogenetica si appella a tre insiemi di processi che costruiscono, uniti, particolari vie di sviluppo.
Il primo insieme è dato da processi di maturazione, che sono riflessi più o meno diretti della storia evolutiva umana. L'ontogenesi dell'unicità cognitiva e sociale umana è strutturata dalla maturazione della capacità di intenzionalità condivisa. Rispecchiando la sequenza filogenetica, questo processo di maturazione si dispiega in due passaggi fondamentali: il primo è la comparsa, intorno ai nove mesi di età, dell'intenzionalità congiunta, il secondo è la comparsa, intorno ai tre anni, dell'intenzionalità condivisa. Queste due transizioni influenzano la psicologia cognitiva e sociale dei giovani a livello generale, se pure con particolari differenti, a seconda delle vie di sviluppo intraprese.
Il secondo insieme di processi sono le esperienze individuali di bambini e bambine, specialmente in ambito socioculturale. L'ontogenesi cognitiva e sociale unicamente umana dipende essenzialmente da scambi tra l'individuo e una ricca ecologia culturale. Essa è necessaria per lo sviluppo umano normale ed è, al contempo, responsabile di molte variazioni culturali e individuali. Gli individui, prima di tre anni, sono strutturati principalmente per sollecitare le cure e l'attenzione degli adulti, dopo tre anni sono predisposti all'apprendimento culturale, derivante dall'insegnamento degli adulti sia allo sviluppo di nuove abilità tramite interazioni coordinative con i pari.
Il terzo insieme di processi è dato da varie forme di autoregolazione esecutiva. La proposta di Vygotskij (confermata anche da Tomasello) è che molti aspetti dell'unicità cognitiva e sociale umana derivino dai modi speciali in cui i bambini cercano di autoregolare esecutivamente i propri pensieri e le proprie azioni, non solo individualmente, ma, anche sostanzialmente tramite il controllo costante delle prospettive e delle valutazioni dei pari sociali sull'io. Ma se prima dei tre anni, la regolazione esecutiva dei bambini è perlopiù individuale, dopo i tre anni, i bambini cominciano ad automonitorare socialmente l'impressione che danno agli altri, così da conservare la propria identità cooperativa del gruppo.
A differenza di Vygotskij, Tomasello riconosce però a Piaget l'importanza di capire lo sviluppo morale come tappa decisiva della specie umana. Il ginevrino sosteneva che il segreto dello sviluppo etico dei giovani non è imparare e seguire individualmente le regole degli adulti (che richiede solo cautela e conformità) ma piuttosto cooperare con i pari sulla base del rispetto e della reciprocità. Ciò accade in tutti gli stadi dello sviluppo umano e non solo da piccoli e porta molti studiosi a parlare di “co-costruzione sociale”. In particolare per Tomasello l'ontogenesi umana è un processo costruttivo che implica la maturazione, l'esperienza e l'autoregolazione esecutiva. Se l'ambito della maturazione inizia con l'ontogenesi cognitiva e sociale tipica anche delle grandi scimmie, incorpora in seguito capacità evolutivamente nuove e specificamente umane (l'intenzionalità congiunta e collettiva) che trasformano il processo e che rendono unica la specie umana.
Riferimenti bibliografici
(1) M. Tomasello, Unicamente umani, ed. Cortina, 2020
(2) M. Tomasello, op. cit