Dire, fare, insegnare
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Cento giorni a casa

Matilda Gyllenberg

Un romanzo delicato e profondo sull’ansia nei giovani: Cento giorni a casa racconta la paura, l’amicizia e il coraggio di una ragazzina di fronte alle sue paure.

10 ottobre di: Redazione
Recensione

"Allora succede ciò di cui ho più paura in assoluto. Qualcosa di schifoso, appiccicoso e nero, mi risale dal fondo dello stomaco e comincio a tremare tutta. Non posso mai sapere quando sta per arrivare la cosa scura. Ma una volta che è arrivata è troppo tardi, è impossibile rimanere seduta. Sento che sto per mettermi a piangere. Devo andarmene immediatamente".

Quante volte capita di sentirsi esclusi, giudicati, o fuori posto? Affrontare queste emozioni, si sa, non è semplice, soprattutto in età delicate. Oggi i casi di ansia nei più giovani sono in crescita: anche per questo Cento giorni a casa, raccontato dal punto di vista di una ragazzina che ne soffre, è un romanzo da non farsi scappare.

Finite le vacanze di Natale Nike, che frequenta la 5C e ha undici anni, non torna a scuola. Quando qualcuno le chiede perché, non sa spiegarlo: le voci dei compagni che si accavallano, la folla in mensa, gli sguardi e le risate dei compagni di scuola le fanno un effetto spaventoso, come se un essere informe e appiccicoso la annientasse da dentro. In Cento giorni a casa, edito da Emons nel 2025, Matilda Gyllenberg si mette nei panni di una ragazzina schiacciata dall’ansia, attraverso le pagine del suo diario.

"C’è un termine per quello che ho io. Si chiama fobia scolare. La città ha perfino un programma su come devono “gestirci”.La mamma lo ha stampato con la nostra vecchissima stampante. In cima c’era scritto: “Provvedimenti da adottare in caso di assenza prolungata da scuola”. Lei e Ville devono andare a scuola a parlare con la dirigente, la psicologa scolastica e un tizio della città. Devono parlare del PROBLEMA.Buongiorno, il mio nome è Problema. Piacere di conoscervi."

La madre di Nike cerca di aiutarla, insieme al maestro Hasse e a due psicologi. L’unica che riesce ad entrare nel cuore di Nike, però, è Mia, la sua amica del cuore, che le sta accanto quando tutto diventa scuro e le viene voglia di mettersi a piangere, e che è sempre pronta a perdonarla anche quando ciò che prova la spinge a tenerla distante. Il romanzo riesce a raccontare diversi rapporti, da quello di amicizia a quello madre-figlia, con sensibilità e realismo; è inoltre arricchito dalle illustrazioni di Maria Sann, che riescono a catturare l’essenza del libro, raffigurando i personaggi ma anche le emozioni informi e complesse di Nike.

All’improvviso, la monotonia delle giornate solitarie di Nike viene sconvolta da un fatto straordinario: la piscina comunale prende fuoco. Ma soprattutto, la protagonista crede di sapere chi è il colpevole, perché ha scattato una fotografia la sera prima dell’incendio, immortalando un uomo che conosce. Così, lei e Mia iniziano a investigare: in questo modo Nike dovrà forzarsi a uscire di casa e dalla sua comfort zone, per affrontare il mistero accanto alla sua amica, che ritiene coraggiosissima.

Cento giorni a casa è una lettura ideale per le alunne e gli alunni dell’ultimo anno della Scuola primaria, ma anche per i primi anni della Scuola secondaria di primo grado. Il romanzo di Matilda Gyllenberg affronta infatti con delicatezza temi fondamentali come la salute mentale nei più giovani, il valore della diversità e il significato dell’inclusione.

Chi legge non può fare a meno di immedesimarsi in Nike, riconoscendo nella sua esperienza un invito a riflettere su ciò che ci fa sentire diversi e sui modi in cui possiamo superare le nostre paure e metterci alla prova.

«Sei la più coraggiosa del mondo», le dice Mia proprio quando Nike sente di non avere più forza. Perché, quando intorno a noi ci sono persone che ci vogliono bene, anche ciò che sembra irrimediabile può essere aggiustato.

Autore: Matilda Gyllenberg

Voto:

5