Dire, fare, insegnare
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Come ha reagito il sistema scolastico cinese all’emergenza COVID-19?

In questo articolo scopriremo come ha reagito all'emergenza Coronavirus il sistema scolastico cinese: online learning, WeChat e canali televisivi dedicati ai ragazzi.

Scuole nel mondo 
27 marzo 2020 di: Redazione
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L’emergenza Coronavirus, e la conseguente attivazione della didattica a distanza, ha travolto il sistema scolastico italiano, portando in primo piano varie problematiche legate alla digitalizzazione e all'informatizzazione dell’insegnamento.Ma è successo solo in Italia? Come ha reagito la scuola cinese quando, il 17 febbraio 2020, il Ministro dell’istruzione ha sospeso l’inizio del secondo semestre?

Per orientarci meglio, facciamo un passo indietro e scopriamo com’è organizzato il sistema scolastico in Cina.Come in Italia, sono previsti tre cicli di studio. Dopo l’istruzione pre-scolastica, lo studente frequenta sei anni di elementari, tre anni di scuola secondaria di primo grado e tre anni di scuola secondaria di secondo grado.Per ogni grado di istruzione nel Paese sono state attivate differenti misure.

Gli alunni delle scuole elementari hanno potuto seguire le lezioni andate in onda sul canale televisivo China Education Television e, nella regione dello Shaanxi, è stato attivata una ulteriore emittente, all’interno dell’iniziativa Stop classes but don’t stop learning.

Gli studenti della scuola secondaria hanno mantenuto le loro abitudini quotidiane: tutte le mattine dalle 7.30 alle 8.00 una mezz’ora di esercizio fisico e poi, dalle 8.00 alle 17.00 hanno seguito le lezioni, con intermezzi per l’autoapprendimento, esercizi per gli occhi e momenti di confronto. Ciò che è cambiato è il supporto: tutte le lezioni sono state svolte su piattaforme per l'online learning

L’app prediletta per la comunicazione e il confronto di classe è Wechat. Ogni insegnante ha creato un canale con gli studenti e i genitori della propria classe. Per comprendere le difficoltà di gestione e la quantità di traffico generata, basti pensare che mediamente una classe cinese di ogni ordine scolastico è costituita da cinquanta/sessanta alunni. 

Le piattaforme di condivisione sono invece molteplici, come le app DingTalk (nata per lo smart working e adattata per le esigenze scolastiche durante l’emergenza) e Rain Classroom oppure le piattaforme Classin System e Canvas Network.

Non sono mancati gli interventi centralizzati, come l’istituzione di una National Internet Cloud Classroom, supportata da oltre 7000 server e progettata per soddisfare contemporaneamente 50 milioni di studenti delle scuole elementari e medie, impartendo lezioni di educazione morale ed educazione epidemica

La digitalizzazione dell’apprendimento era già stata avviata in Cina prima dell’emergenza causata dalla pandemia ma anche qui non sono mancati dei problemi, come: 

  • connessione a Internet, nonostante il governo cinese abbia stretto accordi con i principali operatori telefonici del Paese (China Mobile, China Unicom, China Telecom) per garantire la connessione a tutti gli studenti;
  • scarsa attrezzatura tecnologica da parte di studenti e famiglie, soprattutto nelle regioni più povere;
  • difficoltà gestionali nei nuclei familiari dove, in contemporanea all’online learning, in genitori hanno dovuto lavorare in smart working

In Cina, a oggi, tutte le attività scolastiche e di alta formazione sono ancora ferme. Immagine: tirachardz - freepik.com