Lorenza Ronchi condivide la sua esperienza di insegnamento reciproco in una classe della scuola primaria.
Metodologie  Primaria L’attività è nata dalla necessità di trovare un efficace approccio alla comprensione di un testo, che permettesse soprattutto agli alunni stranieri,e a quelli che possiedono un minimo vocabolario,di approcciarsi al testo scritto con gioia, con capacità personali e con facilità.
Ho utilizzato la lettura costante dei libri della biblioteca di classe che avevo costruito negli anni precedenti; solo alcune pagine del testo adotatto sono state trattate come schede su cui scrivere, sottolineare o individuare i termini complessi emersi.
La tecnica dell’insegnamento reciproco si attua in piccoli gruppi di quattro alunni, mentre il resto della classe è impegnata in esercitazioni autonome libere o assegnate; ogni alunno o alunna ha una copia dello stesso libro, assume il ruolo di insegnante e ha un compito preciso definito dalla carta posseduta (prevede, chiarisce, pone domande, riassume).
Come in un circolo del libro, ogni alunno si allena a definire e a mostrare la comprensione e l’acquisizione dei vocaboli e dei concetti, acquisisce sicurezza e disinvoltura nelle conversazioni, accresce la sua autostima, diventa un appassionato lettore e sviluppa capacità critiche.
Un altro aspetto da considerare è il cambio netto di conduzione e organizzazione della lezione rispetto ai canoni classici. Durante la lezione frontale gli alunni sono impegnati in prima persona per molto tempo, sono introdotte pause per collegare le varie parti della lezione e, al termine, i bambini e le bambine sono invitati a riassumere ciò che hanno affrontato nel gruppo, con l’insegnante o in compiti svolti a coppie.
In questo modo i concetti sono rinforzati e diffusi a tutte e tutti, anche attraverso giochi come, per esempio, la caccia alle parole.
In questo gioco gli alunni e le alunne devono ricercare i termini emersi nei dialoghi intrattenuti all’esterno della scuola (a casa, durante le attività sportive e ricreative pomeridiane...) e segnare una tacca accanto alle parole di un elenco; i vocaboli segnati da più alunni e alunne saranno oggetto in classe di attività di scrittura (testi, confronti tra termini, uso del dizionario...).
Le difficoltà maggiori sono state senz’altro la gestione degli alunni, che vanno allenati fin dalla prima a essere, nella vita di classe, autonomi e liberi di scegliere e utilizzare anche i materiali predisposti e la neutralità dell’insegnante, che non deve intervenire per correggere o per suggerire soluzioni assolute.
In ultimo posso affermare che l’insegnamento reciproco è stato vissuto dai bambini come un’occasione attesa per discutere come adulti su temi reali e sentire l’insegnante più vicino, un pari.
Io invece potevo con calma annotare su schede predisposte i loro progressi nella lettura e nella comprensione al termine di ogni sessione, e decidere quando fissare i colloqui individuali in cui discutere del livello di apprendimento da loro raggiunto.
Bibliografia
Sitografia
http://www.readingrockets.org/teaching; http://ebtn.org.uk/classroom-evidence/; http://www.evidencebasedteaching.org.au/;http://www.atelier.on.ca/edu/core.cfm; https://www.scholastic.com/teachers/professional-development/; http://www.oise.utoronto.ca/balancedliteracydiet/Home/index.html; http://www.atelier.on.ca/edu/core.cfm; https://www.enseignementdufrancais.fse.ulaval.ca/;http://www.learnalberta.ca/Home.aspx?lang=fr