Il professore Roberto Castaldo approfondisce due Thinking Routine del metodo MLTV: +1 e Circle of Viewpoints.
Metodologie Oggi tratteremo due routine di pensiero che hanno letteralmente trasformato le mie classi (e no, non esagero). Sono strumenti semplici, direi eleganti nella loro semplicità, ma sorprendentemente potenti. Si chiamano +1 e Circle of Viewpoints, e sono una piccola ma significativa parte dell'approccio MLTV – Making Learning and Thinking Visible, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.
Partiamo dalla routine +1, semplice e immediata da utilizzare. Il principio? Ogni studente o studentessa “costruisce” sul pensiero di chi lo precede, aggiungendo un'idea, una domanda, una connessione nuova ("+1" ).
Un esempio pratico
Immaginate, durante una lezione sull'Agenda 2030 e la sostenibilità ambientale, di provare a lanciare una domanda aperta: "Cosa significa per voi vivere in modo sostenibile?".
Uno studente, ad esempio Marco,risponde: "Significa non sprecare l'acqua quando ti lavi i denti."
A questo punto, invece di passare al successivo che alza la mano, chiedete: "Chi vuole fare +1 al pensiero di Marco?". Sofia aggiunge: "+1! E significa anche scegliere prodotti con meno imballaggi di plastica."Luca continua: "+1 a Sofia. Ma come facciamo a sapere quali prodotti hanno meno plastica? Dovremmo leggere le etichette?".
In questo modo il pensiero non resta isolato, frammentato: si costruisce, strato su strato. È come vedere crescere un edificio mattone dopo mattone.
Le dinamiche cognitive in azione
Questa routine sviluppa diverse capacità.
A mio avviso, il vantaggio più grande dell’utilizzo del +1 sta proprio nel trasformare la classe da una somma di individui in una vera comunità di pensiero.
Varianti creative
Una volta che la routine è rodata, potete sbizzarrirvi:
+1 scritto: (questa è la versione “canonica”) ogni studente scrive su un foglio, poi ci si scambia i fogli, su ciascuno dei quali si vanno progressivamente costruendo tante mappe visive del pensiero collettivo, tutte diverse, ciascuna proveniente dallo stimolo del primo studente. +1 digitale: utilizzate un documento condiviso o una bacheca online tipo Padlet. +1 challenge: chi riesce a costruire la catena più lunga di connessioni?
Il Circle of Viewpointsè una routine che mette in evidenza come ogni argomento possa essere affrontato e analizzato da punti di vista differenti. Si basa su tre riflessioni principali.
Ma come si applica nel concreto?
Un esempio pratico
Prendiamo un tema che divide sempre: l'uso degli smartphone a scuola. Invece di un dibattito in cui ognuno cerca di far prevalere la propria opinione, provate a suggerire un’attività diversa.
Dividete la classe in gruppi. Ogni gruppo dovrà assumere un punto di vista diverso:
Ogni gruppo dovrà completare le tre frasi dal proprio punto di vista. E qui succede qualcosa di quasi miracoloso: Matteo, che due minuti prima sosteneva con veemenza che "gli smartphone devono essere liberamente utilizzati dagli studenti!", ora deve mettersi nei panni del dirigente preoccupato per le responsabilità legali. Deve pensare come il dirigente penserebbe, sentire come sentirebbe, farsi le domande che si farebbe.
Perché funziona (e come cambia il pensiero)
Circle of Viewpoints è una palestra per il pensiero prospettico, la capacità cruciale di uscire dal proprio schema mentale e abitare temporaneamente quello di qualcun altro. Aiuta a sviluppare alcune competenze preziose, come il decentramento cognitivo e il pensiero complesso, ma anche l’empatia cognitiva e l’argomentazione sofisticata.
Nella mia esperienza, questa routine è stata particolarmente potente quando l'ho usata per affrontare temi controversi o polarizzanti, come questioni ambientali, temi etici ed eventi storici complessi: Circle of Viewpoints aiuta gli studenti a non cadere nella trappola del pensiero binario, o ancora peggio unico.
Alcuni consigli per l'implementazione
Ecco qualche dritta pratica per applicare al Circle of Viewpoints.
Naturalmente queste routine non sono bacchette magiche e non risolveranno tutti i problemi delle vostre classi: quello che faranno è rendere visibile il pensiero invisibile, trasformare i silenzi in spazi di riflessione generativi. Non vi resta che scegliere una routine e provare a utilizzarla!
Se ti interessa approfondire e sperimentare una Thinking Routine dal vivo, sei ancora in tempo per partecipare a Didacta al mio workshop (il 22 ottobre) in collaborazione con Dire, fare, insegnare: “Pensatori abituali: 50 minuti per scoprire e attivare il pensiero nascosto nelle tue classi”. Insieme parleremo del metodo MLTV, delle Thinking Routine e dell’utilizzo dell’IA come risorsa per innovare e rendere più consapevole il modo di insegnare e di apprendere.