A Didacta Italia - Edizione Puglia si parlerà di ripensamenti strutturali e didattici, riforme e opportunità. Ce ne ha parlato la consigliera del Presidente delle Regione Puglia.
News ed eventi Con Didacta Italia – Edizione Puglia, alla Nuova Fiera del Levante di Bari dal 16 al 18 ottobre, torna l’appuntamento nazionale più importante sui temi dell’innovazione scolastica e dell’aggiornamento professionale. Anna Cammalleri, per anni Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia e ora consigliera del Presidente delle Regione Puglia.
Penso che se l’autonomia scolastica ha dato l’avvio al cambiamento culturale della scuola, progressivamente sempre più consapevole del suo ruolo strategico nello sviluppo individuale e sociale, anche grazie a una forte interazione con il territorio, il Covid-19 ha invece rappresentato uno spartiacque tra un prima e un dopo nel “fare scuola”, come peraltro in tanti aspetti della società.
La accelerazione nell’utilizzo delle tecnologie, la riorganizzazione delle aule per assicurare il distanziamento ma anche i vari disagi generati dal lockdown (tutti aspetti che ho direttamente vissuto come dirigente regionale) oggi sono alcuni degli elementi su cui la scuola è chiamata a un ripensamento didattico, organizzativo e finanche strutturale. Le risorse finanziarie rese disponibili dal PNRR, con il Programma Futura, nella Missione 4, proprio nell’ottica rigenerativa rispetto alla pandemia, costituiscono sicuramente una grande opportunità di rinnovamento strutturale (se pensiamo alla nuova architettura delle istituzioni scolastiche e alle aule), didattica (se pensiamo alle nuove competenze STEM, o alla Scuola 4.0) e inclusiva (se pensiamo alle azioni per abbattere i divari sociali), ma anche ordinamentale, se pensiamo alle riforme in atto per i tecnici e professionali o per il nuovo indirizzo del Made in Italy.
Sebbene le sperimentazioni in corso abbiano avuto una accoglienza non sempre entusiastica, le riforme nel loro complesso vanno nel tentativo di assicurare ai nostri giovani competenze nuove ma soprattutto adattive (penso alle soft skills), fortemente per un mondo in velocissimo divenire.Vedo la scuola davvero al centro di un rinnovato ripensamento, con una visione più connessa al territorio e alle sue vocazioni, attuando nuove pratiche con impegno e attraverso l’impiego di energie, professionali e personali, della dirigenza e del personale tutto.
Spiace, a questo proposito, dover invece registrare dalla cronaca fatti compiuti a danno del personale scolastico da parte di terzi. La condanna pubblica e le sanzioni specifiche possono costituire sicuramente un deterrente; ma serve avviare, secondo me, una forte e sinergica azione per una rivalutazione economica e professionale del personale e sociale del sistema scolastico.
La Scuola si descrive nei documenti normativi, ma si racconta “nel fare”. E, quel “fare”, laddove diventa anche oggetto di comunicazione, discussione, confronto e dibattito, avvia un processo culturale grazie alla positiva contaminazione.La Puglia oggi accoglie sul suo territorio un evento che è il paradigma di questo ragionamento molto complesso e lo fa con l’impegno degli enti preposti (INDIRE, MIM, USR), ma anche con il sostanziale supporto di Regione Puglia, nell’Assessorato Istruzione e formazione, che da sempre porta nel sistema scolastico regionale un’attenzione importante, attraverso progetti, iniziative, azioni in partnernariato, cui destina risorse importanti tratte da bilancio regionale o dal POR.
Ma questo evento è anche il segno di un riconoscimento che da tempo vede nel sistema scolastico pugliese una funzione leader per il meridione d’Italia (faccio riferimento ai dati Invalsi) ma anche per molti progetti anche di avanguardia a valere per l’intero Paese (faccio riferimento alle diverse esperienze sulla didattica innovativa e digitale).
Incominciamo col dire che Primario, Secondario e Terziario sono segmenti di un sistema formativo che tra di loro, in questi decenni, hanno mancato di parlarsi in maniera strutturale. Questo incide negativamente sulla unitarietà del percorso formativo e su un efficace orientamento.Portare quindi l’attenzione sugli ITS (Terziario propriamente detto), ma anche sull’Università (ulteriore “tappa” del percorso formativo), proietta i nostri giovani ad acquisire maggiore consapevolezza sugli scenari formativi futuri su cui investire.
La programmazione in Didacta, in più, è tutt’altro che teorica, giacché si avvale della presentazione di esperienze concrete presentante dagli ITS, per far cogliere le reali opportunità formative e occupazionali che essi offrono.In tal senso si colloca anche la presentazione della sperimentazione in atto tra Istituti Tecnici e Professionali e gli ITIS (il cosiddetto 4+2), che attua un percorso integrato tra secondario e terziario, fatto assolutamente inedito nel nostro sistema formativo.