Dire, fare, insegnare
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Mille briciole di luce

Silvia Vecchini

Una storia di affermazione e scoperta di sé e dell’altro, tra vestiti di paillettes e amicizia.

05 settembre di: Redazione
Recensione

Le passioni dovrebbero essere immuni a pregiudizi, libere di esprimersi e prendere forma… e la passione di Danni per la ginnastica ritmica sembra seguire questa strada di libertà, o così sembrerebbe.

Silvia Vecchini torna con un romanzo che porta in pagina la struttura del teatro greco: prosa e poesia si intrecciano passando la voce a cori e personaggi che tratteggiano la storia di crescita e affermazione di Danni, Radu e Ambra, italiani di seconda generazione e giovani ragazzi alle prese con l’accettazione e la scoperta di sé.

Danni vive con un padre silenzioso che non ha ancora capito come dargli amore e supporto, e ha ereditato la passione per la ritmica dalla madre, parrucchiera del paese e promessa della ginnastica rimica quando ancora viveva in Romania, che lo ha lasciato quando era ancora bambino.

A Danni piace andare a scuola, passare il tempo con Radu e Ambra, e allenarsi con quest’ultima indossando vestiti pieni di paillettes, e destando la preoccupazione di Radu

Radu si vergogna della sua povertà che cerca di contrastare suonando il pianoforte, strumento che accende la sua passione ma gli permette anche di supportare economicamente la famiglia; ha imparato a essere schivo e non dare dell’occhio, per questo teme l’esuberanza e l’intraprenda di Danni e di Ambra. Ambra, per consentire all’amico Danni di avvicinarsi alla ginnastica ritmica, sport destinato solo alle “femmine”, lo convince a travestirsi e lo infiltra nella sua palestra in occasione della giornata “Porta un’amica”, per mostrargli quello che dovrebbe essere il suo regno da ginnasta.

Scorrendo le pagine e lasciandosi avvolgere da questa struttura tanto originale quanto familiare e calzante, si passa insieme ai protagonisti attraverso fasi di consapevolezza, stupore, crescita e scoperta individuale e reciproca, che tratteggiano in modo efficace, e talvolta doloroso, la crescita e la maturità.

Danni e Radu devono fare i conti con la perdita, la riscoperta e l’affermazione degli affetti e della propria identità, Ambra con la constatazione che ciascuno è diverso e a volte fare “troppo” del bene all’altro può diventare dannoso.

In questo romanzo di formazione per i personaggi, ma anche per chi legge, c’è lo scontro con il pregiudizio, come quello che coinvolge Danni e lo porta a decidere di rasarsi i capelli in seguito a un atto di bullismo, ma anche l’incontro con l’affetto e la comprensione dell’altro, che porta il padre di Danni ad aprirsi, dedicare tempo e amore.

Mille briciole di luce edito da Il Castoro è una lettura che accompagna chi sta crescendo e si trova a fare confrontarsi con tanti i pezzetti di sé e del mondo, ma è anche un viaggio all’indietro dentro le fragilità e le possibilità di chi è già cresciuto.

Autore: Silvia Vecchini

Voto:

5