School Raising è la piattaforma di crowdfunding che mobilitando la comunità aiuta le scuole a trovare i finanziamenti per i loro progetti.
Metodologie I progetti scolastici che hanno bisogno di finanziamenti, che siano per migliorare l’esperienza degli studenti a livello di strutture o per potenziare il loro percorso di apprendimento, hanno spesso ricadute benefiche anche sul resto della comunità. Meritano quindi di avere la possibilità di essere realizzati, anche quando sembrano mancare i fondi per farlo.
È questo il punto di partenza da cui è nato School Raising, la piattaforma gestita da Guglielmo Apolloni, Luca Talarico ed Elena Giuntoli e che organizza campagne di crowdfunding per le scuole, dando ai cittadini l’occasione di partecipare in prima persona ai cambiamenti e alle iniziative che vogliono portare a costruire una scuola migliore.
School Raising è nato durante uno start up weekend a Milano, all’Impact Hub, quando un ragazzo ha condiviso l’idea di supportare la scuola attraverso il crowdfunding. Si è formato così un gruppo di lavoro sul posto, di cui faceva parte anche Guglielmo, che ha vinto la competizione del weekend. Da lì abbiamo iniziato a sviluppare questa idea: dopo aver provato a lavorare in direzioni che si sono rivelate sbagliate, abbiamo trovato la nostra strada insieme a Luca Talarico, semplificando la nostra idea iniziale per partire 'semplicemente' portando le scuole a conoscere il crowdfunding.
Prosegue Guglielmo: "Luca è riuscito così a portare due progetti pilota in altrettante scuole della Calabria, nel 2014, e nello stesso anno ci arrivò un'altra richiesta da una scuola di Ferrara che riuscì a superare il 100% dei fondi richiesti per finanziare l’acquisto di una stampante 3D. Con questo traguardo, il minimum viable product (cioè il minimo prodotto richiesto per entrare in un mercato) di School Raising, potemmo finalmente partire".
In base all’approccio reward based, chi finanzia un progetto di School Raising ha un ritorno non solo perché sta investendo nella scuola e quindi sul futuro, ma anche perché riceve una ricompensa immediata che può essere emozionale (una telefonata da parte degli studenti e studentesse che raccontano con le proprie il progetto finanziato), oppure più tangibile (un prodotto della stampante 3D, la partecipazione a workshop di formazione) in modi che coinvolgono la cittadinanza anche fuori dal contesto scolastico.
Il crowdfunding è un sistema che grazie alla tecnologia permette di facilitare la donazione da privati cittadini a enti, start up, imprese consolidate e scuole. Raccogliendo anche piccole donazioni si riesce così a supportare un progetto o un’istituzione. Il crowdfunding si divide generalmente in 4 tipologie:
All’interno del crowdfunding (nelle forme reward e donation based ed equity) ci sono poi diverse tipologie di raccolta:
School Raising predilige questa seconda soluzione, anche per meglio giustificare verso l’esterno l’utilizzo che viene fatto della quota raccolta fino a quel momento. Ma ricorre anche a formule miste, per esempio chiedendo di individuare un goal ottimizzato per non chiedere più del necessario, e casomai si raggiunga più del 100%, specificando cosa si può fare con il resto dei finanziamenti, per sviluppare meglio il progetto.
Nel crowdfunding ci sono tre cerchie: amici e familiari, ovvero i primi che supportano il progetto; la community, unita dalla prossimità territoriale o di interessi; coloro che sono lontani da chi promuove il progetto e dalle loro community ma, trovano il progetto online, si interessano e decidono di donare. Nella scuola la prima cerchia, family and friend, è enorme, perché i genitori e gli insegnanti sono molti e quindi anche i potenziali finanziatori.
La seconda cerchia, costituita dalla comunità locale, sono le attività e le persone che conoscono la scuola e operano vicino a essa, e quindi sono potenzialmente ben disposti a sostenerne i progetti. La terza cerchia sono gli “esterni” che vengono a conoscenza della campagna di crowdfunding, la apprezzano per gli obiettivi o sono interessati dalla ricompensa e quindi decidono di contribuire, anche se con cifre generalmente più basse rispetto agli altri (anche solo simboliche, sui 5-10 euro, o più alte).
Il crowdfunding nelle scuole ha un importante impatto sistemico che si esplica in diversi aspetti. In primo luogo chi promuove progetti, che generalmente sono insegnanti o persone che lavorano in realtà no profit collegate alla scuola stesse, si trovano a comunicare il valore del progetto scolastico non più a una istituzione o a un ente che può erogare finanziamenti, ma a persone come l’edicolante sotto la scuola, il genitore, i nonni dello studente. Ciò comporta uno switch di linguaggio notevole: non più un linguaggio formale e burocratico, ma un linguaggio diretto, informale ed empatico.Oltre al cambio di linguaggio, in cui School Raising supporta le scuole, ci sono altri tipi di impatto, per esempio un riconoscimento del valore portato dalle persone che lavorano nella scuola. "Molti sostenitori ci hanno sorpreso con commenti di questo tipo: 'finanzio questo progetto perché conosco l’insegnante che lo ha promosso e so quanto ha contribuito alla crescita di studenti e studentesse'". Si valorizza cioè il contributo di chi lavora nella e con la scuola e lo si fa emergere rendendolo visibile all’interno della comunità.
Infine, il crowdfunding porta le scuole a fare un esercizio di pensiero per capire come poter rendere tangibile e condivisibile il proprio progetto nei confronti della comunità. Ad esempio School Raising, come reward cerca sempre di sconsigliare la produzione generica di magliette o cappellini con il logo del progetto, perché li riteniamo poco utili e non anche poco ecosostenibili. Ha avuto però un significato specifico nel caso del progetto B_switch, un progetto di economia circolare in cui si portavano gli studenti a realizzare una linea di vestiti “street weare”, usando scarti di altre lavorazioni di vestiti in ottica di economia circolare: questo caso il reward è stato l’oggetto del progetto stesso, cioè il capo di abbigliamento.
Dunque è importante cercare di capire e raccontare il valore del progetto che si cerca di finanziare per condividerlo con i finanziatori. Altro punto importante del crowdfunding è la comunità stessa: il crowdfunding diventa una cartina tornasole del rapporto con il territorio, di quanto abbiamo creato comunità nel tempo. Più la comunità è reattiva, più sarà veloce il finanziamento del progetto e maggiore la probabilità di raggiungere il goal del crowdfunding. Per lanciare la campagna di crowdfunding bisogna aver lavorato bene sulla comunità, sulle relazioni, sul territorio.
Con il progetto RESEt con una scuola di Rovereto abbiamo voluto raccogliere una quota per realizzare una gita scolastica alle isole Svalbard (Norvegia): un luogo ideale per fare ricerche sugli ecosistemi delle isole artiche e dove abitano poche centinaia di abitanti.Gli studenti si sono organizzati per andare a raccogliere i fondi sia dai cittadini che da imprese e istituzioni locali.
La campagna di crowdfunding ha avuto luogo anche durante l’open day della scuola per attirare nuovi iscritti e per segnare un cambio di passo rispetto al passato, quando azioni del genere non erano viste di buon occhio dai dirigenti scolastici. Oggi invece è cambiata la narrativa, il modo in cui le scuole comunicano i loro progetti, intese anche come attività didattiche mirate allo sviluppo di competenze trasversali.
La campagna è stata ripresa da diverse testate giornalistiche e dalla radio, e ciò ha consentito di raggiungere anche la “terza cerchia”, ovvero persone fuori dalla città di Rovereto che hanno deciso di essere parte di questo progetto pur non conoscendo direttamente la scuola.
Credits immagini: © Alessandro Benedetto per School Raising all’interno del progetto EU “Supporting Critical Funding for European Social”