Dire, fare, insegnare
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Il “mio” Dante: un’esperienza di insegnamento

Lo speech come pratica educativa: l’esperienza della prof.ssa Francesca Marra alla fine di un percorso su Dante Alighieri alla Secondaria di primo grado.

Metodologie  Secondaria  Esperienze di insegnamento 
13 maggio di: Francesca Marra
copertina

Lo "speech in ambito didattico è una forma di produzione orale strutturata, simile a un breve discorso che lo studente prepara ed espone davanti alla classe. È una pratica educativa sempre più diffusa che ho messo in pratica con i miei alunni, sperimentando l’alto gradimento e la positiva ricaduta su di loro e su tutta la classe.

Lo speech in classe

Nella mia classe seconda della Scuola Secondaria di primo grado di Limbadi, l’ho utilizzato dopo aver completato un percorso su Dante Alighieri che ha visto studentesse e studenti coinvolti per circa quattro mesi. Pensando a come avvicinare le mie studentesse e i miei studenti all’esposizione in modo coinvolgente, ho deciso di utilizzare un’attività autentica – lo speech o discorso – attraverso la preparazione e l’esposizione orale di un discorso personale su Dante, in cui ciascuna alunna e ciascun alunno potesse interpretare, rielaborare, collegare, raccontare un aspetto del Sommo Poeta che più lo avesse colpito.

Questo percorso nasce non solo con l’obiettivo di potenziare la comunicazione orale ma, allo stesso tempo, di avvicinare ragazze e ragazzi alla letteratura attraverso un approccio attivo e riflessivo.

Obiettivi formativi

  • Sviluppare la capacità di esprimersi oralmente in modo chiaro, corretto e pertinente.
  • Sviluppare consapevolezza prosodica: intonazione, ritmo, pause, enfasi.
  • Riflettere sui contenuti per selezionare informazioni significative.
  • Costruire un punto di vista personale, motivando le proprie opinioni.
  • Gestire l’ansia da prestazione e l’emotività legata all’esposizione in pubblico.
  • Maturare autonomia, responsabilità e spirito critico.

L’esperienza ha, inoltre, risposto a diverse competenze specifiche:

  • Leggere e interpretare testi di vario tipo;
  • Ampliare il patrimonio lessicale, anche attraverso l’uso del linguaggio figurato;
  • Produrre testi orali e scritti per differenti scopi comunicativi.
  • Utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale.

Sono state messe in campo anche competenze trasversali fondamentali: autonomia, pensiero critico, capacità di collegamento, gestione dell’ansia da esposizione.

L’organizzazione del lavoro

Il lavoro è stato scandito da tappe chiare, condivise tramite una presentazione realizzata con Canva:

  1. Raccolta del materiale: testi letti in classe, taccuini personali, parole chiave.
  2. Pianificazione: utilizzo dello schema a Y, stesura della scaletta.
  3. Scrittura dell’incipit: accattivante, con tecniche suggerite (domande, citazioni, immagini).
  4. Sviluppo e conclusione: attenzione alla coesione, ai connettivi, alla sintassi.
  5. Allenamento: simulazioni davanti allo specchio o a un compagno.
  6. Esposizione finale: discorso orale della durata di cinque minuti.

Alla fine, abbiamo dato spazio alla riflessione metacognitiva durante la quale ogni alunna e alunno ha effettuato un “check in” mentale su aspetti come lessico, punteggiatura, coerenza, utilizzo dei tempi verbali. È stata inoltre utilizzata una griglia di valutazione condivisa, che ha valorizzato:

  • La chiarezza e la coesione del discorso;
  • La capacità di coinvolgere il pubblico;
  • La proprietà del lessico;
  • L’efficacia comunicativa e l’interpretazione personale.

Gli studenti hanno così mostrato un miglioramento nell’esposizione orale visibile dalla maggiore scioltezza e coerenza. Sono è cresciuta la loro capacità di riflettere sui testi letterari, anche in modo autonomo e hanno sperimentato un maggiore coinvolgimento emotivo, grazie alla possibilità di esprimersi. Infine le modalità di lavoro hanno reso possibile l’inclusione attiva di tutte e tutti, anche degli studenti con difficoltà, grazie alla struttura guidata e alla possibilità di personalizzazione.

L’uso dello schema a Y

Certamente il cuore dell’attività è stato l’utilizzo dello schema a Y, uno strumento semplice e al contempo potentissimo per guidare studentesse e studenti nella costruzione del discorso:

  • Impressioni personali: cosa mi ha colpito? Quali versi? Quali immagini?
  • Connessioni con: la mia vita, altri testi, film, canzoni, il mondo attuale.
  • Domande: perché Dante ha scelto quella metafora? Cosa sarebbe accaduto se…?



Lo schema ha permesso a studentesse e studenti di uscire dalla ripetizione mnemonica e costruire un discorso originale, ricco di senso e significato personale.

Lo speech si è quindi dimostrato uno strumento valido che ci ha permesso di vivere la letteratura non come contenuto da studiare, ma come esperienza viva da raccontare e condividere. Parlare di Dante, per queste ragazze e questi ragazzi, è diventato un modo per parlare di sé, del mondo, delle emozioni, costruendo un discorso efficace, personale e significativo.

Di seguito, alcuni esempi di come hanno lavorato studentesse e studenti:





Sitografia