Dire, fare, insegnare
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“Olivia” di Ian Falconer: usare gli albi illustrati a scuola

Una proposta di utilizzo didattico degli albi illustrati per riflettere sulla complessità legata all’intreccio di testi e disegni.

Metodologie  Secondaria 
09 aprile di: Pierpaolo Scaramuzza
copertina

Ian Falconer

Una serie particolarmente fortunata di albi illustrati è quella incentrata su Olivia: la maialina disegnata da Ian Falconer, protagonista di una decina di testi usciti nei due decenni che abbiamo alle spalle (2000-2023). [1] Ora i suoi albi vengono ristampati con la dicitura ben evidente in copertina “Un classico intramontabile dell’illustrazione”.

Una figura poliedrica

L’autore dei testi e dei disegni non è solo un autore di libri per ragazzi.

Nel risvolto del primo albo (Olivia, uscito nel 2000) Falconer viene presentato così: “Ian Falconer’s illustrations have graced many covers of The New Yorker magazine. In addition, he has designed sets and costumes for the New York City Ballet and the San Francisco Opera, as well as creating the floats for the Millenium Main Street Parade at Disneyland. Olivia is his first children’s book. Ian lives in New York City”.

Dunque è stato author, illustrator, theatrical set and costume designer;vale a dire: autore di testi, illustratore, disegnatore di scene e costumi per i teatri (New York City Ballet, San Francisco Opera, Royal Opera House).

Falconer, «l’illustratore»

Quando la casa editrice Nord Sud ha scelto di evidenziare fin dalla copertina il valore di classico di Falconer, ha puntato sulla sua importanza come illustratore.La scelta non è scontata, visto che a lui si devono testi e disegni. Una doppia “autorità” che gli riconosce anche il frontespizio:

SCRITTO E ILLUSTRATO DA IAN FALCONER

Falconer è morto nel marzo 2023 a sessantatré anni e il «New Yorker» (dove aveva cominciato a lavorare nel 1996) lo ha ricordato riproducendo alcuni suoi disegni. [2]

In questo contributo prenderemo in considerazione esclusivamente un albo di Falconer, Olivia e la banda; ma di questo testo guarderemo solo una tavola.

Una parte del lavoro è svolta, come si vedrà, da studentesse e studenti di terza media perché abbiamo portato Falconer “a scuola” e abbiamo chiesto a ragazze e ragazzi di porre delle domande alla casa editrice italiana (cui si deve la traduzione dell’albo) e alla traduttrice Beatrice Lacchia. In un secondo momento gli studenti hanno provato a interpretare e leggere le tavole dell’autore americano. La loro voce si sentirà qua e là nell’articolo, per poi occupare in misura ben maggiore la seconda parte che pubblicheremo successivamente.

Lavorare a scuola sui «disegni»?

Abbiamo dedicato con grande piacere a Falconer spazio e tempo perché con studentesse e studenti di scuola media lavoriamo anche su materiali grafici/artistici.

Fumetti, graphic novel, silent books possono essere strumenti didattici estremamente utili, non solo nell’ora canonica di educazione artistica. [3]

È necessaria però a questo punto una piccola digressione perché precedentemente abbiamo utilizzato il termine albo illustrato (in inglese picture book) senza ulteriori precisazioni: qui di seguito diamo una definizione veloce e svolgiamo alcune riflessioni che ci serviranno più avanti.

L’albo illustrato

“Un albo illustrato è un sistema complesso di forme, parole e figure; sulle sue pagine si incontrano un testo e delle illustrazioni, che interagiscono fra loro non in maniera descrittiva: le une completano, ampliano, approfondiscono, stravolgono il senso dell’altro e viceversa, dando vita ad un linguaggio completamente nuovo”, questa è la definizione dell’associazione culturale Hamelin.

L’albo è un testo per bambini apparentemente semplice ma in realtà richiede, in quanto testo polialfabetico, grande cautela. [4]

È un testo di parole, ma è anche illustrazione, design progettuale.

L’intreccio tra testo e illustrazioni (vale a dire la loro interdipendenza),crea diversi livelli di interpretazione e “un importante margine riflessivo nei suoi interstizi”. [5]

L’immagine non è solo un corredo: commenta, interpreta, influenza e dà forma al testo. [6]Nella specificità della sua natura, è stato scritto, racchiude possibilità illimitate. [7]

La didattica

Siamo stati necessariamente molto veloci ma il riassunto che abbiamo esposto ci sembra sufficiente a dare una prima idea della complessità del prodotto picture book.

Ma è possibile utilizzare gli albi illustrati in una scuola media?

La vastissima area artistica/grafica offre senz’altro ottime occasioni per lavori interdisciplinari: in questi anni ci siamo avvalsi, per fare qualche esempio, di alcuni titoli del BeccoGiallo (i testi di Barilli/Fenoglio sullo stragismo), ma anche dei disegni di Dario Fo (sugli anni Settanta) oppure di Mauro Biani, ZeroCalcare, Gianluca Costantini o, recentemente, di Maicol &Mirco. Facciamo largo uso di questi materiali perché è un’area che ci sembra di immediata fruibilità didattica. [8]

Per tornare a Falconer: quale uso concreto ne proponiamo?

Alle medie studentesse e studenti sono troppo grandi e forse potrebbero ritenere inappropriato leggere ancora le storie di un animaletto che parla (però: leggiamo Fedro in prima media e George Orwell in terza media).

In realtà la nostra proposta affronta un aspetto decisamente particolare.

Non vogliamo concentrarci sui disegni (che sono comunque notevoli) ma nemmeno sul testo (anche se il profilo della protagonista disordinata, decisaecc. offrirebbe molti spunti di discussione).

Ma allora che cosa resta?

I testi di Falconer

Prima di provare a entrare nell’albo di Falconer Olivia e la banda, elenchiamoi suoi testi. Cominciamo da 8 titoli – che sono i testi forse più famosi di Falconer, tutti incentrati su Olivia, presenti nella I sezione.

Nella II sezione, segnaliamo altri titoli, in parte slegati da Olivia. Falconer infatti non ha disegnato solo maialini.

I sezione

1. Olivia, traduzione di Alessandra Valtieri, Stoppani, 2001 [poi Olivia, traduzione di Marinella Barigazzi, Nord-Sud Milano, 2015]; [9]2. Olivia salva il circo, Stoppani, Bologna 2002; [10]3. Olivia e la banda, traduzione di Beatrice Lacchia, Stoppani, Bologna 2007;4. Olivia e il Natale, trad. di Alessandra Valtieri, Stoppani, Bologna 2008 [poi Olivia e il Natale, traduzione di Barbara Ponti, Nord-Sud, Milano 2014];5. Olivia a Venezia, traduzione di Alessandra Valtieri, Stoppani, Bologna 2010;6. Olivia fa surf, Rizzoli, Milano 2011;7. Olivia e le principesse, traduzione di Barbara Ponti, Nord-Sud, Milano 2013; [11]8. Olivia la spia, Nord-Sud, traduzione di Marinella Barigazzi, Milano 2017. [12]

II sezione

9. Ian Falconer, Teatro Olivia, Fabbri, Milano 2005; 10. Il mondo di Olivia, Rizzoli, Milano 2010; 11. Ian Falconer, Oliviamo, Rizzoli, Milano 2011; 12. Ian Falconer, La piccola grande Olivia, traduzione di Manuela Calandra, Rizzoli, Milano 2011; 13. David Sedaris, Bestiole e bestiacce: sedici storie cattive, illustrazioni di Ian Falconer; traduzione di Matteo Colombo, Mondadori, Milano 2011 [ed. or.: Squirrel Seeks Chipmunk, Little, Brown and Company 2010]; [13] 14. David Sedaris, Ian Falconer, Pretty Ugly, Toon, 2024.

Tradurre un testo

È facile tradurre un testo? E tradurre un testo per bambini? Il primo albo, Olivia, vanta ben due traduzioni in italiano (in un arco di tempo abbastanza ridotto: quindici anni). La nuova traduzione di Marinella Barigazzi si discosta in maniera leggera ma significativa dalla prima di Alessandra Valtieri [14].

Nel prospetto qui sotto riportiamo 4 passaggi del testo, in modo da permettere un confronto tra le diverse scelte compiute dalle traduttrici:



Si potrebbe obiettare che nei casi evidenziati le differenze non vanno a modificare il significato del testo.

Ma l’argomento “traduzione” ci pare interessante anche al di là dei possibili confronti tra scelte diverse compiute a distanza di tempo.

Si veda per esempio Olivia a Venezia.

In questo albo compaiono infatti alcuni termini italiani: c’è per esempio l’“ice cream” e poi c’è il “gelato”, e sono due realtà diverse che vengono tradotte in italiano in due modi diversi. [15]

Tradurre un testo comporta, come è noto, un lavoro sulla lingua (e sulla cultura) e del paese di partenza e del paese di arrivo. [16]

E tutto questo coinvolge un insieme di questioni che vanno ben al di là della singola scelta delle parole. Insomma tradurre, perfino tradurre un libro per bambini, rischia di essere un’operazione meno semplice di quanto possa sembrare a prima vista.

È proprio la cornice, tutto quello che sta intorno all’albo illustrato, l’ambito sul quale in questa sede vogliamo concentrarci.

La traduzione ci interessa, ma in via laterale. Non tanto la traduzione dei testi di Falconer, o di una singola pagina, quanto, si potrebbe dire, la traduzione di una cultura in un’altra cultura.

Potremmo rendere la questione con una domanda apparentemente bizzarra: è semplice trasportare un albo illustrato dagli USA all’Europa?

Quali difficoltà ci dovrebbero essere? Non è sufficiente un buon traduttore?

Però si veda, nelle due frasi seguenti, cosa hanno chiesto le studentesse alla traduttrice Beatrice Lacchia:

  • “Hai mai cambiato qualcosa per adattare un libro alla cultura italiana?”
  • “Quanto pensi che la traduzione di un libro per bambini debba riflettere la cultura del paese d’origine rispetto a quella del paese di arrivo?”

Nelle due domande si affronta la questione della traduzione insieme al problema della comprensibilità: da questo punto di vista è possibile che una traduzione debba “adattare” il testo alla cultura del paese d’arrivo (e ciò comporta la necessità di modificare qualcosa), eppure la traduzione deve al contempo “riflettere” la cultura del paese d’origine (così si esprime la studentessa: potremmo dire, in altre parole, che la traduzione deve essere “fedele”).

Abbiamo già premesso che ci concentriamo solo su un albo (Olivia e la banda)e di questo albo ci interessa solo una pagina: l’ultima. Sarà il caso, ora, di aprire questo albo e di entrare nel vivo del lavoro.

L’ultima pagina

Se un lettore annoiato e distratto volesse confrontare le due edizioni, quella americana del 2006 e quella italiana del 2007, noterebbe, pur operando senza troppo impegno, che i due libri sono diversi perché hanno due finali diversi.

L’ultima pagina è diversa. Riportiamo il commento di una studentessa: “Nel confronto tra le edizioni italiana e americana dell’albo Olivia e la Banda, c’è una differenza interessante nell’epilogo che merita attenzione. In entrambe le versioni, Olivia è la protagonista, una bambina piena di energia e di sogni, ma il modo in cui viene conclusa la sua storia cambia, rivelando molto anche sulle culture e su come vediamo il futuro.

La differenza merita attenzione”.

Il sogno

Che cosa è successo? Olivia è a letto e sogna. È un finale che i lettori di Falconer conoscono bene.

Si veda per esempio Olivia goes to Venice: dopo aver visitato le bellezze architettoniche della città (ponti, loggiati, Canal Grande, Piazza San Marco, Ponte di Rialto, Ponte dei Sospiri), Olivia si addormenta e sogna di poter visitare il proprio monumento.

Una notte piena di sogni è la chiusura anche di Olivia: dopo che la mamma le ha letto un libro su Maria Callas lei sogna di cantare sul palco. Qui c’è un particolare che ci interessa molto perché compare, esattamente come in Olivia forma la banda, la materializzazione del sogno dentro la nuvola.

In un altro albo, Olivia e il Natale, nella penultima pagina leggiamo: “she fells into a deep, dreamless slumber…” e poi nell’ultima pagina la vediamo ballare con Benjamin Millepied in The Nutcracker collage. E anche qui Falconer utilizza la stessa tecnica presente in Olivia e la banda: abbiamo il disegno e la foto fusi insieme.

Un finale leggermente diverso, ma sempre in area “sonno”, si legge in Olivia la spia: la protagonista è distesa a letto, esattamente come in Olivia e le Principesse (potremmo dire che qui in questi due albi il finale non contempla i sogni ma ci troviamo un attimo prima del sogno).

Torniamo al nostro albo: che cosa sogna?

La Corte suprema americana. Questo si vede nell'ultima pagina dell'edizione americana. Ora spostiamo l'attenzione sull’ultima pagina dell’edizione italiana (Stoppani 2007).

Questa pagina c’è anche nell’edizione americana, ma non è l’ultima bensì la penultima.

Invece i lettori italiani hanno solo l’inizio del sonno (e del sogno). A noi italiani manca la visione del sogno. Il commento di una studentessa: “Al contrario, nell’edizione italiana, la scena finale è diversa: Olivia si prepara per andare a dormire. La vediamo tranquilla, rilassata, come se stesse chiudendo la sua giornata. Qui non ci sono sogni ambiziosi o progetti per il futuro, ma un momento di serenità, come se l’albo volesse dire che non è sempre necessario pensare a grandi cose per essere felici.”

Le traduttrici

Alessandra Valtieri ha tradotto Olivia nel 2001, Olivia salva il circo nel 2002, Olivia e il Natale nel 2008, Olivia a Venezia nel 2010; Beatrice Lacchia traduce Olivia e la banda nel 2007; Barbara Ponti traduce Olivia e le Principesse nel 2013; Olivia la spia viene tradotto per la Salani nel 2017 da Marinella Barigazzi; la stessa traduttrice pubblica una nuova versione di Olivia nel 2015.

Dal 2001 al 2017 si succedono, in definitiva, 4 traduttrici diverse. [17]

Perché l’ultima pagina non è stata riprodotta nell’edizione italiana?

Lo si potrebbe chiedere: agli editori; alle traduttrici (o meglio alla traduttrice Beatrice Lacchia); a ragazze e ragazzi.

È proprio a loro che daremo la parola nella seconda parte di questo articolo, però prima dobbiamo fornire alcune informazioni sulla “foto”.

L’ultima tavola

Che cosa riproduce la foto?

La foto riproduce, ma lo abbiamo già anticipato, la Corte Suprema del 2006. [18]

Riportiamo di seguito i nomi del presidente e dei membri per il 2005-2006 [19]:

John G. Roberts, Jr.

Membri: John G. Roberts, Jr.; Sandra Day O’Connor; Anthony M. Kennedy; Clarence Thomas; Stephen G. Breyer; John Paul Stevens; Antonin Scalia; David H. Souter; Ruth Bader Ginsburg.

Se guardiamo la foto ufficiale della Corte (e la confrontiamo con quella presente nell’albo illustrato) possiamo trarre una prima conclusione:

Olivia occupa il posto centrale, quello occupato nella realtà (se non ci sbagliamo) da John G. Roberts. [20]



Perché Olivia, nei suoi sogni, prende il posto del presidente John G. Roberts, Jr.? Cosa hanno pensato ragazze e ragazzi e quali ipotesi hanno delineato?