Presentiamo la seconda parte del contributo di Pierpaolo Scaramuzza in cui ragazze e ragazzi si interrogano e confrontano sulle differenze tra le varie edizioni dell’albo.
Metodologie Questo contributo completa l'analisi avviata nel precedente articolo “Olivia” di Ian Falconer: usare gli albi illustrati a scuola.
Riportiamo le domande di studentesse e studenti per la traduttrice dell’albo Olivia e la banda [1]:
Grazia Gozzi è stata una delle fondatrici della casa editrice Giannino Stoppani [2]. Di seguito riportiamo alcune delle domande che le hanno rivolto gli studenti in merito all’albo Olivia e la banda [3].
I ragazzi e le ragazze hanno sviluppato tesi diverse: le dividiamo, per comodità, in sezioni con titoli tematici scelti da noi [4].
Il quadro generale
Nella tavola dell’edizione italiana vediamo Olivia che dorme con sopra la scritta “Ma Olivia dormiva già profondamente”.
Invece nella tavola originale, quella americana, si vede Olivia che dorme ma sopra, al posto della scritta, c’è una vignetta con dentro disegnata lei, degli uomini sia bianchi che neri e delle donne che fanno parte della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Non è esattamente chiaro perché nella versione Italiana non ci sia questa parte, ma io ho tre ipotesi:
In conclusione l’ultima pagina del libro americano potrebbe servire a lasciare il lettore con un senso di completamento, ma anche di apertura verso il futuro.
Invece in quella italiana ti lascia un po’ di “vuoto” (in senso positivo) permettendoti di immaginare te stesso quello che potrebbe succedere dopo.
Un mondo senza discriminazioni
Ultima tavola edizione originale: nella tavola è rappresentata Olivia che sogna di far parte della corte suprema. Sono rappresentati sia giudici bianchi che giudici neri e sia giudici donne che giudici uomini. Questo secondo me rappresenta l’integrazione che i bambini, semplicemente attraverso delle immagini, possono percepire fin da piccoli senza filtri o genitori che non comprano libri di questo genere. Però allo stesso tempo i bambini potrebbero pensare che tutto il mondo è integrato e senza discriminazioni cosa che potrebbe deluderli e sconvolgerli quando scopriranno il contrario. I genitori a parere mio dovrebbero far leggere, magari non quando i bambini sono troppo piccoli ma quando hanno l’età giusta, dei libri che trattano tematiche di integrazione ma anche di discriminazione verso popoli di cultura, religione o lingua diversa.
Questa edizione di Olivia magari ai bambini non sarà molto chiara o non avrà un valore importante per loro ma scommetto che quando saranno grandi e andranno a riguardare i loro libri di quando erano piccoli ne capiranno il vero significato.
Ultima tavola edizione italiana: nella tavola è rappresentata Olivia a letto. […] Ma perché l’Italia non ha pubblicato l’ultima tavola originale? Secondo me le ipotesi sono due: o la tavola si è persa oppure l’America non ha voluto che l’Italia la pubblicasse. In questo caso l’America forse voleva essere unica anchenei libri per bambini oltre che nei monumenti o nelle celebrità. Secondome ha fatto anchebene.Sei io fossi nei panni dell’America anche io non farei pubblicare la mia tavola negli altri stati perché o non mi pagano abbastanza oppure perché non mi fido di quel paese perché potrebbe diffondere la mia tavola in modo negativo.
Secondo me, il sogno di Olivia rappresenta la parità di genere, perché tutti e due i sessi sono impiegati nello stesso ruolo.
[Nell’edizione italiana] a differenza del disegno originale, non è raffigurato il sogno, ma bensí la scritta “ma Olivia dormiva già profondamente”.
Il fatto dell’assenza della raffigurazione del sogno, secondo me potrebbe essere interpretato, come per gli americani gli italiani non sappiano sognare, anche “l’impossibile”, perché nella tavola originale, Olivia che è un maiale, si trova in mezzo a degli esseri umani e fa il loro stesso lavoro. Se questa illustrazione fosse una figura retorica, potrebbe essere un “Adynaton”.
Le ambizioni
Nell’edizione americana, l’ultima pagina mostra Olivia che sogna di diventare un giudice. C’è una foto che la ritrae insieme ad altri giudici, simbolo del suo desiderio di avere un ruolo importante nella società. Questo finale è molto interessante perché fa capire che Olivia è una bambina che non solo gioca e si diverte, ma ha anche ambizioni molto forti. La scelta di mostrarla con i giudici è simbolica: Olivia non si accontenta di essere una bambina come tutte le altre, ma vuole diventare una persona che decide, che ha potere, che può cambiare le cose.
Gli stereotipi
Secondo me l’ultima tavola non c’è [nell’edizione italiana] perché la traduttrice non ha ritenuto adeguato mettere un’immagine che in Italia potessenon rispecchiare la realtà.
Oltre a non esserci la Corte Suprema in Italia penso che sia anche legato al fatto degli stereotipi, purtroppo infatti in Italia c’è ancora la brutta convinzione che i lavori importanti siano per soli uomini.
Se l’Olivia americana sognando può ambire a far parte della Corte Suprema l’Olivia italiana non ci fa vedere il suo sogno.
Tutto questo è molto triste perché già con un racconto si possono condizionare le scelte di una persona, come se la Olivia italiana (tutte le bambine italiane) non potesse ambire a far parte anche lei della Corte Suprema.
La libertà artistica
Gli editori italiani hanno cancellato quest'ultima pagina dalle versioni italiane del libro; potrebbero aver ritenuto che l’immagine non fosse appropriata o in linea con le aspettative del pubblico italiano, decidendo così di toglierla. Questa decisione solleva questioni importanti sulla libertà artistica. La censura può alterare il messaggio originale dell’autore e limitare l’esperienza del lettore. Una censura come questa è un esempio di come le differenze culturali possono influenzare la pubblicazione di opere.
Il problema “corte suprema”
Nell’ultima pagina dell’edizione italiana la piccola porcellina Olivia viene rappresentata mentre dorme profondamente nel suo letto.
In questa pagina Olivia sembra non sognare nulla a differenza dell’edizione statunitense dove è presente una vignetta nella quale è raffigurato il sogno di Olivia.
Probabilmente nell’edizione italiana non viene illustrato il sogno di Olivia di far parte della Corte Suprema perché in Italia non esiste questo organogiudiziario.
A mio parere il motivo per il quale l'immagine viene sostituita è perché nella cultura italiana non esiste la corte suprema e comunque non avrebbe alcun senso mostrarla ai bambini visto che questo albo è rivolto proprio a loro.
Un altro motivo potrebbe essere politico in quanto la casa editrice potrebbe non trovare giusto ed adeguato mostrare un sistema giudiziario che non appartiene all'Italia.
Invece per gli statunitensi ha molto senso mostrare nei libri per bambini figure politiche che poi in futuro conosceranno molto bene in quanto parte della loro cultura.
Il patriottismo americano
“Gli americani prendono sul serio troppe “cose”, anche una semplice e simpatica maialina che diverte moltissimi bambini con le sue fantasiose avventure”.
Nell’ultima tavola qualcuno ha visto “l’esagerato eccesso di patriottismo americano” Olivia, infatti, sogna di far parte della Suprema Corte, massimo organo giudiziario degli USA.
“In un libro per bambini, che dovrebbe solo far sognare e riposare tranquillamente, certi ideali, se pur giusti, devono essere inculcati in questo modo?”
La conclusione è quindi che l’edizione italiana è migliore:
Forse, per una volta (una delle tante), gli italiani hanno capito tutto”.
Un bambino italiano non capirebbe
Entrambe le tavole sembrano essere un'illustrazione dolce e semplice. Il testo, "Ma Olivia dormiva già profondamente", suggerisce un'atmosfera tranquilla e serena. La scena è minimale, con un letto vuoto e una coperta che sembra quasi accarezzare il cuscino, dove Olivia riposa. La figura di Olivia non è visibile direttamente, ma la sua presenza è evidentenell’immagine attraverso il contesto di un sonno profondo e pacifico la differenzatra la tavola originale equella italiana è che in quella italiana non è presente alcun sogno che sta facendo Olivia, invece in quella originale Olivia sogna di essere tra la corte suprema statunitense. Questo perché forse un bambino italianoprobabilmente non capirebbe il significato di questa tavola.
Contro le illusioni
La mia opinione è che sia stata scartata volutamente perché [si temeva che] potesse portare i bambini e le bambine ad illudersi invano verso il loro futuro.
La cultura americana è molto differente dalla nostra e forse là i bambini e le bambine vengono spronati affinché sognino e si impegnino a realizzare i propri sogni, qui in Italia probabilmente si ha piú paura del fatto che se ci si illude troppo si rimane doppiamente delusi. Quindi infine è solo una questione di marketing per cui si è pensato che al pubblico italiano sarebbe piaciuto di piú un finale cosí semplice.
Sogni diversi
Nella versione americana è presente come ultima tavola Olivia addormentata che sogna di trovarsi al centro della corte suprema americana affiancata dagli altri giudici.
Dal suo abbigliamento sembra essere parte della stessa Corte. Probabilmente questo rappresenta un grande desiderio e un grande sogno per lei. Sembra essere molto soddisfatta.
Nella versione italiana invece l’ultima tavola rappresenta Olivia che riposa profondamente.
Olivia è un personaggio che ha grandi sogni, che cerca di superare i limiti imposti dalla società, dalla famiglia per realizzare quello che desidera. È possibile che la versione americana incarni un diverso modello di sogno o desiderio certamente più maestoso rispetto al modello italiano. Sembra che Olivia nella versioneitaliana sia già soddisfatta per quello che ha realizzato durante lagiornata equesto le consenta di riposare beatamente mentre nella versione americana il desiderio cresce ancora di più nel sonno fino a farle immaginare di riuscire a raggiungere un elevato stato sociale.
Se ci credi, puoi arrivare dove vuoi
Per me nella versione italiana di Olivia non andava tagliata la tavola perché comunque questo è un libro per bambini e quindi non ci fanno troppo caso anzi secondo me sarebbe stato meglio se la tenessero per 3 motivi:
Perché il collage foto + disegno, è stato eliminato nell’edizione italiana?
Proviamo a riprendere (e riassumere) alcune delle tesi di studentesse e studenti:
Oppure gli editori hanno pensato che i volti dei giudici americani dicono poco (o nulla) al lettore medio italiano e quindi ancora meno a un bambino o a una bambina – pertanto quella tavola è stata tagliata (o alla partenza, negli Usa, o all’arrivo, in Italia).
È una variante della seconda ipotesi riportata sopra: però la motivazione che l’accompagna attenua notevolmente la cifra negativa che comporta la pratica della censura.
Questa ipotesi sembra trovare una conferma in un fatto ulteriore: abbiamo consultato anche l’edizione spagnola e quella francese dell’albo di Falconer e anche in queste edizioni manca l’ultima pagina [5]. Diciamo allora che qualunque sia il motivo, non ha agito solo nell’ambito dell’editoria italiana, ma anche in Spagna e in Francia.
Ipotizziamo che sia valida quest’ultima ipotesi, che definiamo “eliminazione della tavola perché irrilevante”.
L’ipotesi pare concreta e pragmatica: però in questo caso si pone un problema.
Il testo è stato tagliato di una pagina (l’ultima) e questa scelta produce un testo nuovo.
A questo punto forse la questione si potrebbe concentrare su un altro tema: il bambino/la bambina può capire quella immagine [6]?
Sentiamo il commento di uno studente di oggi di tredici anni:
“possiamo pensare che […] lo Stato statunitense abbia pensato di toglierla per noi europei perché la Corte Suprema statunitense non fa parte della nostra cultura generale e quindi per noi è inutile. Se fosse cosí, sarebbe una scelta a mio parere sbagliata perché sarebbe anche interessante sapere chi sono quei giudici e con le tecnologie di adesso potremmo scoprirlo in poco tempo”.
Lo studente tocca qui un punto notevole: sarebbe anche interessante sapere chi sono quei giudici.Faremo tesoro di questo suggerimento in chiusura di fascicolo.
Sfruttiamo ancora alcune suggestioni che vengono dagli studenti, riportando 4 domande che hanno rivolto a Grazia Gozzi:
I quattro interrogativi ci sembrano interessanti:
la prima domanda fa tabula rasa della sufficienzacon cui guardiamo al mondo dei bambini (i libri pensati per loro non sono necessariamente solo per loro); la seconda intuisce in qualche modo che le immagini sono rilevanti [7]; la terza coglie la dimensione sociale e politica dell’editoria per ragazzi;l’ultima sposta l’attenzione sui cambiamenti sociali che possono influenzare anche il mondo dell’editoria (per quanto concerne finalità, contenuti ecc.)
La prospettiva di lettura, palesata da queste domande, ci pare molto ampia.
Ma si può provare a dare una lettura ancora diversa, ponendosi dal punto di vista della protagonista: perché la maialina sogna di far parte della Corte Suprema?
Dal momento che il lettore/la lettrice può identificarsi con la protagonista, il passo successivo è scontato: che cosa suscita nei bambini quel disegno (Olivia nella foto) [8]?
Quindi, per chiudere il discorso: Cosa vuole suscitare Falconer con quel disegno?
Quella tavola ci crea, come si vede, un sacco di problemi.
Riprendiamo dall’ultimo interrogativo: lo scopo di Falconer.
Poiché Olivia è di sesso femminile, si pone una questione (non piccola) riguardante la presenza di donne all’interno della Corte Suprema (con Oliviasarebbero in tre).
Tutto questo però, sia detto in maniera netta una voltaper tutte, non è esplicitato nel testo a chiare lettere: tanto piú che nell’ultima tavola un testo proprio non c’è [9].
Nell’ultima tavola dell’albo di Falconer abbiamo solo una maialina che sogna e noi vediamo il sogno (un po’ come in Füssli, dove gli incubi prendono corpo nella stanza, accanto a chi dorme).
Però si consideri la domanda seguente che ha posto uno studente a Beatrice Lacchia: Come ti sei approcciata al personaggio di Olivia e alla sua personalità durante la traduzione?
La domanda pare paradossale: Olivia ha una personalità. Lo studente di terza media prende sul serio il testo che sta leggendo e quindi anche la sua protagonista.
Donne, bianchi, neri
Ritorniamo alla tavola e ascoltiamo il commento di un’altra studentessa: “Sono rappresentati sia giudici bianchi che giudici neri e sia giudici donne che giudici uomini. Questo secondo me rappresenta l’integrazione che i bambini, semplicemente attraverso delle immagini, possono percepire fin da piccoli senza filtri o genitori che non comprano libri di questo genere.”
Gli studiosi affermano che i testi (per bambini) sonoil viatico “per sperimentare anche l’invenzione di sé odel futurodel mondo” [10].
Sottovalutare tutto questo forse significa sottovalutare i bambini (e su questo punto rimandiamo alle riflessioni di Sendak citate nella prima parte dell’articolo).
Nell’ultima tavola Falconer sta soltanto immaginando che il suo personaggio sia capace di sognare – e i sogni sono soltanto ipotesi di futuro.
Ma in questo specifico “repertorio” di possibilità (per usare l’immagine di Calvino) il disegno e la foto ci dicono che le donne fanno qualsiasi cosa, diventano perfino giudici [11].
Una studentessa ha utilizzato l’area delle figure retoriche per rendere il senso di tutto questo. Secondo il suo punto di vista nell’edizione italiana manca l’ultima tavola perché per gli americani gli italiani “non sanno sognare”. E poi ha aggiunto:“Se questa illustrazione fosse una figura retorica, potrebbe essere un adynaton”.
La riflessione è notevole: per affermare l’impossibilità di un certo evento ipotizzo per assurdo la realizzazione di un altro fatto, altrettanto impossibile. L’esempio classico è “Non ti dimenticherò mai, campassi mille anni” e si scioglie in questo modo: “È impossibile che io ti dimentichi, come è impossibile che io viva mille anni”.
In quale senso dunque funziona la figura retorica nella tavola di Falconer?
La ragazza ha colto il paradosso del sogno (chesovverte i rapporti di genere del presente) però quel sogno ha un appiglio reale: la foto (e la presenza delle giudici) indicano che le cose cambiano.
Il commento di un’altra studentessa è molto chiaro su questo punto: “sembra incominciare un’altra storia” [12].
Le riserve degli studenti
Tra le ipotesi avanzate dagli studenti ce n’è una che mette in luce l’eccessiva cifra ideologica della tavola: il patriottismo, sbandierato cosí inelegantemente, sarebbe – hanno scritto – fuori luogo in un testo per bambini e quindi la scelta dell’editoria europea (pubblicare l’albo senza l’ultima pagina) sarebbe da condividere.
Un altro studente ha aggiunto: “Però io non capisco perché Falconer ha messo un riferimento politico cosí importante in un libro per bambini che secondo me a quell’età ai bambini non gli interessa dei giudici ma di altre cose che li affascinino.”
Gli studenti hanno identificato la cifra politica della fotografia – allora diremo alcune cose su questo aspetto, sorvolando per il momento sulle riserve avanzate.
Abbiamo già detto che Falconer non ci fa una lezione di educazione civica, cioè non sale in cattedra per spiegare a lettrici e lettori cosa devono pensare e fare.
Abbiamo semplicemente un disegno dentro una foto: questa cornice inquadra il presente in cui viviamo e in questo modo ci fornisce degli strumenti per affrontare, anche con i bambini, temi specifici che rientrano in quella cosa che possiamo chiamare (senza timore) educazione alla cittadinanza.
L’assenza di un testo chiaro ed esplicito autorizza tutti e tutte a formulare liberamente le proprie ipotesi – come abbiamo provato a esporre in precedenza.
Possiamo leggere l’immagine in modi molti diversi: come abbiamo detto, è possibile che qualcuno la trovi addirittura eccesiva o fuori luogo (vale a dire non adatta ai bambini) [13].
Quando si scomoda un tema tanto importante - il rapporto tra albi illustrati e educazione alla cittadinanza – si pensa subito a Jella Lepman, fondatrice del comitato mondiale IBBY [14].
Il suo nome è legato, tra le tante cose, alla mostra bibliografica organizzata a München nel secondo dopoguerra: il suo compito era quello di promuovere il benessere dei bambini tedeschi, dopo l’orrore della guerra e della Shoah.
È una vicenda importante (poco esplorata nella manualistica di scuola media) che qui citiamo con piacere e in velocità perché la lezione che se ne trae è che i libri per bambini possono essere “termometro di pace e convivenza pacifica” [15].
Sottovalutare gli albi illustrati (e quello che possono trasmettere) è rischioso perché gli albi “possono sviluppare una serie di competenze, incentivare riflessioni critiche, oltre a favorire un contatto empatico con i bambini e le bambine di carta […]. Si tratta di un vero e proprio strumento di trasmissione culturale che, in modo informale, può lavorare sulla percezione di sé e dell’altro, rafforzando o decostruendo gli standard sociali” [16].
Se ragioniamo in termini di “decostruzione degli standard sociali” il sogno di Olivia non può piú essere liquidato come secondario nella struttura complessiva del testo: e se si obietta che i sogni hanno a che fare piú con le fiabe che con la realtà, è facile scomodare (ancora una volta) Calvino che ha definito le fiabe il “catalogo dei destini possibili” [17].
Quella tavola, in cui una fotografia viene ritoccata con il disegno di un maiale, sembra simpaticamente scherzare con il potere. Ma la cornice bonaria non riesce a celare del tutto la presenza di qualcosa di inquietante – è come se ci costringesse a chiederci fino a che punto possiamo soltanto sorridere [18].
È Olivia, posizionata al centro, a destabilizzare l’ordine del presente.
In definitiva quel disegno ci sembra sovvertire le gerarchie pedagogiche e, in questo modo, produce nuove relazioni di senso [19].
Lavorare sull’opera di Ian Falconer ci pare produttivo anche in una scuola media: i suoi albi sono perfetti, è chiaro, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria ma sono utili anche per una fascia di età piú grande.
Abbiamo cercato di dimostrare questo assunto nelle pagine precedenti.
Ora concludiamo con un piccolo omaggio: e per farlo dobbiamo ritornare ancora una volta alla tavola del sogno, per concentrarci sulla Corte Suprema.
Uno studente ha messo in luce il carattere straniante della presenza dei giudici in un albo illustrato (per bambini) e l’ha spiegata in questo modo: “Comunque la tavola scomparsa è bella, perché è molto raro vedere delle immagini politiche e giudiziarie in un libro per bambini, e forse questa immagine è anche un ringraziamento ai giudici perché sono presentati quasi come dei supereroi che fanno giustizia per il Paese.”
Abbiamo già segnalato nelle pagine precedenti che tra i membri ritratti c’è una figura particolare: a destra, in piedi compare Ruth Bader Ginsburg. Negli Stati Uniti è una figura di spicco, per molti motivi.
Nel 1956 è una delle nove donne che [in una classe di 552 alunni] frequenta la Harvard Law School.
Si laurea in giurisprudenza presso la Columbia Law School: dal 1972 comincia a lavorare come avvocata (volontaria e poi direttrice) della Women’s Rights Project dell’American Civil Liberties Union (ACLU). Partecipa a numerosi casi davanti alla Corte suprema: si tratta di casi che “costituiscono altrettanti pilastri della giurisprudenza statunitense sull’eguaglianza di genere” [20].
Nel 1980 diventa giudice della Corte d’Appello del Circuito del distretto di Columbia e nel 1993 giudice della Corte Suprema. È la seconda donna ad essere nominata giudice della Corte Suprema dopo Sandra Day O’Connor.
Riportiamo alcune delle vicende giudiziarie di cui è stata protagonista:
Nel 1971 nel caso Reed v. Reed la Corte Suprema stabilisce per la prima volta che la Equal Protection Clause del XIV Emendamento proibisce la discriminazione basata sul sesso.
Nel 1973 Ginsburg vince la causa Frontiero v. Richardson, affinché le distinzioni legislative in base al sesso vengano comprese tra le distinzioni sospette (come quelle basate sulla razza).
Importanti sono stati poi il caso United States v. Virginia (1996), sul rifiuto del Virginia Military Institute di accettare studentesse, il caso Ledbetter v. Goodyear Tire & Rubber Co. (2007), sulla discriminazione sessuale sul lavoro, il caso Shelby County v. Holder (2013), sul diritto di voto della minoranza afroamericana.
Ruth Bader Ginsburg è morta il 18 settembre 2020.
La nostra perlustrazione dell’albo di Ian Falconer finisce qui. Lo abbiamo usato per scavare in direzioni diverse. Lavorare sulle immagini non è semplice, però permette di esplorare in chiave interdisciplinare territori diversi. Questo lavoro ha avuto per noi un risultato immediato: anche gli albi illustrati possono essere materiale didattico quindi le compartimentazioni in base all’età (libri per bambini, libri per adulti ect.) delle volte sono artificiali.
Abituare gli studenti a un esercizio di analisi delle immagini (che si tratti dei disegni di Dario Fo, di Mauro Biani o di Ian Falconer) può essere proficuo [21].
In ogni caso, le suggestioni degli studenti e delle studentesse prodotte in questa attività ci sembrano interessanti. Abbiamo cercato di considerare seriamente un albo illustrato e i commenti dei ragazzi hanno fatto, ci pare, lo stesso.
Chiudiamo con una loro considerazione, dedicata alla protagonista dell’albo:
“Olivia non si accontenta […] vuole diventare una persona […] che può cambiare le cose.”
“E qui comincia”, ha aggiunto una compagna, “un’altra storia”.